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Politica

Pd, Zingaretti all’attacco: vuole cambiare tutto il partito. Ecco in che modo

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Redazione Velvet

Nicola Zingaretti, il giorno dopo la proclamazione come nuovo segretario del Pd, interviene a Circo Massimo su Radio Capital. Così, lunedì 18 marzo, si dichiara pronto ad archiviare uno dei cardini del Pd renziano e dello statuto. Ovvero: il segretario che, alle elezioni politiche, deve essere anche il candidato premier.

“Io candidato alle politiche? Dovremmo mettere il candidato, o la candidata, più forte. E, se serve, andare anche oltre lo Statuto”. Il nuovo segretario del Pd però non guarda solo al voto politico, che al momento è previsto nel 2023 ma che potrebbe arrivare molto prima. Se questo governo dovesse non reggere. Primo appuntamento: le europee del 26 maggio.

Sorpasso del M5S alle Europee? Conto di recuperare tantissimo elettorato che abbiamo perso per strada. Il sorpasso è possibile, sì, ma non è quello il punto. Tantissime delle persone che erano ai gazebo mi hanno detto che non ci avevano votato il 4 marzo: questo è il grande elemento di novità”.

Il nuovo bipolarismo – ha aggiunto Zingaretti – sarà tra un nuovo centrosinistra e una destra molto di destra. Salvini è il vero avversario da battere. Il governo è sostenuto dai parlamentari M5S, che sono il doppio di quelli della Lega, ma politicamente è quasi un monocolore, che fa quello che Salvini vuole fare. Lui ha anche un diritto di veto” su tutti i temi.

Zingaretti ha poi risposto alla domanda “una cosa di sinistra da fare?” con un apertura sul ruolo della scuola: “Servono investimenti nelle scuole per tenere aperti gli istituti anche di pomeriggio“. Il segretario del Pd è critico sulle scelte economiche del governo: “La flat tax è una bufala da Paperon de’ Paperoni. Non si può partire dall’idea della patrimoniale, ma bisogna lavorare su una maggiore gradualità e progressività delle imposte”.

“Non serve l’illusione che se i ricchi hanno di più spendono di più”. E sul reddito di cittadinanza, misura simbolo del M5s, dice: “Io lo cambierei. È un grande strumento di lotta alla povertà, ma era molto meglio il Reddito di inclusione, allargandone i fondi”.

Nicola Zingaretti con Paolo Gentiloni (a destra), eletto presidente del Pd

Photo credits: Twitter

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