Ore 23:24 – Stando a quanto emerso dagli esami tossicologici, la modella Imane Fadil è morta per un “mix di sostanze radioattive”.
AGGIORNAMENTO ORE 17:36 – La Procura di Milano indaga per omicidio volontario per la morte di Imane Fadil la modella marocchina teste chiave nel processo Ruby. Da quanto è stato riferito in Procura, dalle cartelle cliniche è emersa una “sintomatologia da avvelenamento”. Imane, secondo quanto è stato riferito in Procura, è morta il primo marzo dopo “un mese di agonia”. Secondo le indagini, la giovane, ricoverata all’Humanitas di Rozzano (Milano) il 29 gennaio prima in terapia intensiva e poi rianimazione, è stata vigile fino all’ultimo, nonostante i forti dolori e il “cedimento progressivo degli organi”.
Imane Fadil, 34 anni, una delle giovani donne diventata testimone nel processo Ruby Ter sulle cosiddette cene eleganti di Silvio Berlusconi ad Arcore, è morta a Milano. La notizia è riportata online su Repubblica in un articolo a firma di Luca De Vito.
La giovane era ricoverata in ospedale da oltre un mese: sarebbe morta il primo marzo scorso. Ma la notizia è trapelata soltanto oggi 15 marzo, dopo ben due settimane.
La procura di Milano ha aperto un’inchiesta sul suo decesso, che è avvenuto a seguito di gravi sofferenze.
Al momento non si esclude alcuna ipotesi ma, visto che la stessa ragazza aveva raccontato al suo avvocato di temere di essere stata avvelenata, la procura conferma: “Stiamo lavorando anche su questa ipotesi”.
A gennaio scorso Fadil, con le altre due testimoni Ambra Battilana e Chiara Danese era stata esclusa dal tribunale dalle parti civili. Stava scrivendo un libro: la procura ha acquisito le bozze per capire cosa ci sia scritto.
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