Una vita in divisa quella di Raffaele Di Terlizzi, 45 anni, portato via in sette mesi da una malattia. Una vita da uomo buono e poliziotto encomiabile, capace di salvare la vita a parecchie persone, rischiando la sua. Lo sottolinea online La Nazione, che descrive la vita di questo agente premiato per le sue azioni.
Nato a Bari, ma pisano d’adozione, è sempre stato in strada: 27 anni sulle Volanti a Pisa. Nel 2004 è stato insignito dal capo della polizia della medaglia di bronzo al valore civile. Nel 2001, insieme a un collega, ha evacuato un intero padiglione dell’ospedale di Cisanello a Pisa. Al seminterrato di Endocrinologia si era sviluppato un incendio poi propagatosi negli altri piani. Con un altro agente, salvò la vita di 15 pazienti non deambulanti, caricandoseli sulle spalle.
“Lascia un vuoto incolmabile tra le colleghe e i colleghi” dicono ora dalla Questura di Pisa. “Il suo spessore umano era immenso come l’amore per la divisa che indossava che ha sempre onorato con professionalità e dedizione al servizio dei cittadini”.
“Un amico sempre pronto a tenderti la mano e un poliziotto dotato di grande umanità, oltre che di grandi doti investigative. Sempre operativo ma capace, al contempo, con le proprie qualità comunicative di risolvere molte situazioni rischiose con il semplice utilizzo della parola e con l’elevata capacità di ascolto”.
Soprattutto quando si trovava davanti persone agitate, spesso anche armate, “i colleghi si affidavano a lui proprio perché era in grado di disinnescare l’aggressività e stemperare la tensione semplicemente ascoltando l’interlocutore e parlandoci, senza ricorrere alla forza”.
Anche nella malattia “ha lottato fino alla fine, senza mai chinare la testa davanti”. “Un mese prima di morire, in una fase di tregua temporanea del suo calvario, era passato a salutare i colleghi in Questura – la ricostruzione – Diceva che si sentiva meglio e che sarebbe tornato e che, se le forze non gli avessero consentito di stare fuori dove era sempre stato, avrebbe chiesto di essere messo in sala operativa, per coordinare e supportare i colleghi dall’alto della centrale”.
Pensieri di vicinanza alla famiglia e profonda tristezza da parte del dirigente delle Volanti di Pisa, Fabrizio Valerio Nocita, e del questore Paolo Rossi. Un dolore condiviso da tutti i reparti e le sezioni della questura, ma anche dai colleghi dell’Arma dei carabinieri.
“Un amico è chi ci ha visto crescere, cadere e magari ci ha aiutato a rialzarci, insomma è parte di noi – uno dei ricordi su Facebook invaso da messaggi per lui – Così, quando lo perdiamo, per sempre, è terribile e vogliamo che il mondo intero sappia quanto è stato importante per noi, chi era, chi era veramente, senza lasciare niente al caso. Senza lasciare che altri parlino di quello che faceva, come si comportava, ma soprattutto vorremmo che tutti sapessero gli aneddoti più divertenti, dolci, quelli che fanno capire quanto importante per noi era Raffaele e quanti momenti abbiamo vissuto insieme”. “Rimarrà vivo in ognuno di noi”, un altro post.
Photo credits: Twitter
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