Nessun superstite, 157 morti tra cui otto italiani. Questo il terribile bilancio dell’incidente aereo avvenuto in Etiopia domenica 10 marzo. Un Boeing 737 dell’Ethiopian Airlines è precipitato dopo il decollo da Addis Abeba mentre era diretto a Nairobi. Tra le 157 vittime a bordo, 149 erano passeggeri e 8 i membri dell’equipaggio.
UN VELIVOLO PERICOLOSO
Ethiopian Airlines ha bloccato tutti gli aerei Boeing 737 Max, cioè quelli dello stesso modello precipitato ieri 6 minuti dopo il decollo causando 157 morti. A renderlo noto la compagnia aerea in un tweet. “A seguito del tragico incidente del 10 marzo – si legge – Ethiopian Airlines ha deciso di tenere a terra tutti i Boeing 737 Max. Non si conoscono ancora le cause della sciagura – prosegue la nota – e la decisione è presa in via precauzionale. La compagnia – conclude il comunicato – diffonderà ulteriori informazioni non appena disponibili”. Anche le compagnie aeree cinesi hanno ricevuto l’ordine di sospendere l’uso del Boeing 737 Max.
LE VITTIME ITALIANE
Nella lista passeggeri figura l’assessore ai Beni Culturali della Regione Siciliana Sebastiano Tusa, archeologo di fama internazionale. Inoltre si trovavano sul Boeing tre componenti della ong bergamasca Africa Tremila: il presidente Carlo Spini – 75 anni, originario di Sansepolcro (Arezzo) e residente a Pistoia – sua moglie, infermiera, Gabriella Vigiani e il tesoriere della onlus Matteo Ravasio. Tra le vittime nel disastro aereo c’e’ anche Paolo Dieci, residente a Roma, presidente della ong Cisp e rete LinK 2007, un’ associazione di coordinamento consortile che raggruppa importanti Organizzazioni Non Governative italiane. Ci sono anche i nomi di Virginia Chimenti, funzionaria del World Food Programme dell’Onu, Rosemary Mumbi e Maria Pilar Buzzetti nella lista degli 8 italiani che erano a bordo del volo.
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