Tutto rinviato. Lunedì 11 marzo, giorno di scadenza dei bandi della Tav Torino-Lione per nuovi 2,3 miliardi di lavori, non comincerà la procedura di assegnazione dei cantieri.
Una lettera è stata inviata da Palazzo Chigi alla Telt, la società che gestisce i lavori dell’alta velocità ferroviaria in Val di Susa (Piemonte). Il governo vuol far valere la clausola di dissolvenza che sarà motivata dall’avvio della procedura di revisione del trattato italo-francese.
“La società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio governo e del governo francese – ha detto ieri 9 marzo il premier Giuseppe Conte -. Al momento si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato”.
“Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a ridiscutere integralmente questo progetto“, ha aggiunto. “Abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati”.
In serata Conte ha informato il presidente Emmanuel Macron e il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker sull’iniziativa intrapresa. L’Italia chiede un “supplemento di riflessione” per condividere dubbi e criticità nel frattempo emersi sul progetto Tav. Lunedì 11 marzo il Cda della società italo-francese Telt avrebbe dovuto riunirsi per dare il via libera ai bandi da 2,3 miliardi di euro per i lavori di scavo del tunnel di base. Ma la realtà sarà diversa.
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