L’alpinista spagnolo Alex Txikon e la sua squadra hanno ripreso mercoledì 6 marzo le ricerche degli alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard. Purtroppo senza esito. Nardi e Ballard sono dispersi da 10 giorni sul Nanga Parbat, una delle vette più alte – 8.126 metri – dell’Himalaya.
Secondo quanto ha twittato l’ambasciatore italiano in Pakistan Stefano Pontecorvo, i soccorritori hanno esplorato la zona della via Kinshofer. Si tratta di un itinerario di salita e discesa fra quelli maggiormente percorsi e normalmente attrezzati con corde fisse. Osservazioni “a piedi con droni”. Ma anche in questo caso – secondo quanto riferito da media internazionali – l’esito delle ricerche è stato negativo.
Il team spagnolo è rientrato al campo base da dove partirà in elicottero verso il K2 per proseguire il tentativo di prima ascensione invernale. La macchina dei soccorsi in questi giorni è stata imponente. Elicotteri dell’aviazione militare pakistana, che per farli alzare in cielo hanno un costo prossimo ai cinquantamila euro al giorno, droni capaci di volare anche fino a 7.000 metri di quota che scandagliano la parete fatta di roccia, neve e ghiaccio, con l’obiettivo di captare qualche traccia.
E anche squadre di soccorso che operano a piedi, coordinate tra l’Italia e il Pakistan. Ma le ricerche non hanno dato altro che “esito negativo”. Martedì 5 marzo Txikon aveva raggiunto il plateau di seracchi sopra campo 2, a circa 300 metri in linea d’aria da campo 3 volutamente non raggiunto a causa dell’elevato rischio di valanghe.
Le grandi slavine di blocchi di ghiaccio e neve lungo la via dello Sperone Mummery in alcuni periodi dell’anno sono all’ordine del giorno. Potrebbe essere stata proprio una valanga di grandi dimensioni a travolgere Nardi e Ballard. Ma, al momento, si possono fare solo ipotesi.
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