“Posso confermare che il cardinale Pietro Parolin ha ricevuto la lettera della famiglia di Emanuela Orlandi“. “Si studieranno le richieste rivolte nella lettera”. Lo afferma Alessandro Gisotti, il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede. Gisotti ha risposto alle domande dei giornalisti a proposito della notizia pubblicata oggi 4 marzo dal Corriere della Sera sul caso di Emanuela Orlandi.
La famiglia, tramite il suo legale Laura Sgrò, ha presentato formale istanza al segretario di Stato per riaprire una tomba sospetta nel cimitero teutonico: un campo santo custodito all’interno delle Mura leonine.
Appoggiato a una parete del cimitero, scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere, c’è la statua di un angelo che tiene un foglio con la scritta in latino “Requiescat in pace”, “Riposa in pace”. Appena sotto, per terra, una lastra con una scritta funeraria dedicata alla principessa Sofia e al principe Gustavo von Hohenlohe che nel 1857 fu nominato arcivescovo da papa Pio IX.
L’estate scorsa una lettera proveniente da fonti interne al Vaticano (secondo quanto asserisce la famiglia Orlandi) con allegata la foto della tomba è stata recapitata all’avvocatessa Laura Sgrò.
La legale degli Orlandi afferma che nella misteriosa missiva era detto: “Cercate dove indica l’angelo“. A quel punto sono state avviate indagini difensive e sono state affettuate verifiche sullo stato dei luoghi. Si è scoperto che la tomba è stata aperta almeno una volta e che la datazione della statua è differente e posteriore a quella della lastra.
Ma si è soprattutto “verificato che – affermano gli Orlandi – alcune persone erano state informate della possibilità che i resti di Emanuela fossero stati nascosti nel cimitero teutonico”.
“Alcune fonti – è scritto nell’istanza depositata dall’avvocatessa Sgrò il 25 febbraio scorso – riferiscono che più persone da anni sono solite deporre i fiori in segno di pietà nei confronti dell’Orlandi che lì sarebbe seppellita”.
“Per fugare ogni dubbio sul contenuto – sottolinea Sgrò -, si ritiene opportuno una ricerca negli archivi di ogni documento relativo a tale loculo per individuare chi vi risulti sepolto. In ogni caso si chiede l’apertura della tomba alla presenza della sottoscritta, di un rappresentante della famiglia Orlandi e del nostro consulente tecnico, il dottor Giorgio Portera. Ciò affinché la famiglia possa partecipare alle operazioni con tutte le garanzie necessarie vista la gravità del caso”.
Photo credits: Twitter