“O l’Autonomia si fa o blocco tutto“. Così Matteo Salvini al suo alleato di governo Luigi Di Maio nel vertice notturno del 27 febbraio. A Palazzo Chigi i due vicepremier si sono riuniti insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le divergenze nascono sui contenuti. Per Di Maio “la riforma sulle Regioni non deve essere uno spacca-Italia”.
Per il ministro dell’Interno è arrivato il momento di accelerare, invece. E chiudere dossier sul tavolo da troppo tempo. “Ho dato la mia parola e il governo non cade ma M5s continui a lavorare”, aveva detto mercoledì il leader della Lega.
“C’è un solo fattore – spiegano i leghisti a Montecitorio – in grado di far saltare il patto di governo tra Lega e M5s: il malcontento che sale dai territori“. Ecco perché il vicepremier prova a imprimere un’accelerazione. Sulle Autonomie, incontrando i presidenti di Lombardia e Veneto si proverà ad accelerare le richieste delle regioni del Sud, ma senza bloccare l’iter già avanzato al Nord.
Salvini prova a imprimere un’accelerazione anche sulla Tav. Il titolare del Viminale ha la sponda del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ma non quella di Di Maio che è contrario. Tria sarà domani 1 marzo a Parigi per un bilaterale con il suo omologo Bruno Le Maire. Difficile che possa portare una linea di governo. Ma a metà marzo la società Telt deciderà se sbloccare i bandi sulla Tav. Per allora, concordano M5s e Lega, il governo dovrà prendere una posizione.
La linea del rinvio a dopo le elezioni europee di maggio sembra non reggere più. Un vertice di governo sul tema si terrà entro la prossima settimana. E se dal M5s fanno sapere di non aver cambiato idea sul No, i leghisti sono ottimisti che la pressione dei territori (in Piemonte si vota a maggio) faccia virare il Movimento sul Sì a una “mini Tav”.
Sulla Autonomia, Di Maio ha chiarito: “Noi la sosteniamo, basta che non sia uno spacca-Italia”. “All’ottimo ministro Stefani lo abbiamo detto chiaramente: permetteremo alle Regioni che lo chiedono di poter gestire alcuni servizi. Ma il percorso non sarà breve”, ha affermato in un’intervista a La Repubblica.
“Ci sarà una pre-intesa approvata in Cdm dopo un vaglio politico mio, di Salvini e di Conte – ha spiegato -. Poi il presidente inizierà una trattativa con i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Infine si andrà in Parlamento e lì i presidenti delle Camere decideranno se sarà emendabile o no il testo delle intese”.
A Salvini che ha ipotizzato un’alleanza anche in Europa, invece, Di Maio ha risposto: “Non andremo mai in un raggruppamento che, oltre a essere di destra, comprende partiti di Paesi che ci hanno fatto la guerra per inasprire l’austerity“. Sulla Tav il vicepremier pentastellato non si sbilancia: “È noto che ci sono posizioni diverse. Non ne parlo più fino a quando non si trova un’intesa”, ha ribadito.
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