AGGIORNAMENTO ORE 14:19 – “Giulia Sarti si è dimessa dalla presidenza della Commissione Giustizia e si autosospesa. Ora il Movimento dovrà decidere l’espulsione, che credo doverosa“. Lo ha affermato il capo politico dei Cinque Stelle Luigi Di Maio, a margine di un incontro in Confartigianato.
Non è stato fidanzato a “derubare” Giulia Sarti. Non fu cioè Andrea Tibusche Bogdan a revocare di sua personale iniziativa i bonifici con cui la parlamentare M5s avrebbe dovuto destinare parte dello stipendio a un fondo per il microcredito. Secondo le regole del Movimento Cinque Stelle.
Lo stabilisce la procura di Rimini, che chiede al gip l’archiviazione per l’accusa di appropriazione indebita a carico di Bogdan. La Sarti, coinvolta nello scandalo rimborsi durante la campagna elettorale per le politiche, ha deciso di dimettersi dalla presidenza della commissione Giustizia della Camera. E si è autosospesa dal Movimento. Era stata lei ad accusare il suo fidanzato.
Il capogruppo M5s Francesco D’Uva già avvia l’iter della sostituzione. La deputata riminese è uno dei volti noti dei Cinque stelle. Alla seconda legislatura, le è stata affidata la guida di una delle commissioni centrali nell’attività parlamentare. Ma ora decide di lasciare, “a tutela del Movimento”.
Lo annuncia con una nota, dopo aver appreso che è caduta l’accusa da lei rivolta ad Andrea Tibusche Bogdan – meglio conosciuto come Andrea De Girolamo – di averle sottratto fondi che avrebbe dovuto destinare alla “restituzione” di parte dello stipendio, prescritta agli eletti del Movimento.
Lo scandalo delle mancate restituzioni scoppiò nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 4 marzo 2018. E portò all’espulsione di alcuni dei candidati M5s. Ma Sarti aveva denunciato Bogdan, accusandolo di aver revocato sette bonifici partiti dal conto della deputata, al quale lui aveva accesso.
Lui si era difeso dicendo di aver “agito con la consapevolezza di lei”. E aveva consegnato alla procura una chat in cui Sarti gli annunciava, tirando in ballo anche altri, la querela per togliersi dall’imbarazzo delle restituzioni “fantasma”. I pm ora danno ragione a Bogdan ma la vicenda giudiziaria non è conclusa.
L’avvocato di Sarti, Fabio Repici, spiega che attende “con fiducia” la decisione del giudice sulla richiesta di archiviazione. E sottolinea anche che – contrariamente a quanto da lui affermato – Bogdan era “un collaboratore della Sarti, non il suo fidanzato convivente”.
Ma la deputata decide di dimettersi dalla presidenza di commissione. E di mettere al riparo da ogni possibile accusa anche i responsabili della comunicazione M5s Ilaria Loquenzi e Rocco Casalino. “Non mi hanno spinta a denunciare nessuno – ha detto Sarti -, si sono limitati a starmi vicino nell’affrontare una situazione personale e delicata”.
“Dopo le dimissioni e le dichiarazioni della presidente della commissione Giustizia, Giulia Sarti, il portavoce di palazzo Chigi Rocco Casalino e la responsabile comunicazione del Movimento 5 stelle Ilaria Loquenzi devono chiarire”. Lo dichiara il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli, componente della commissione Giustizia della Camera. “Hanno fatto pressioni su una deputata della Repubblica per dichiarare il falso? È inevitabile che Casalino e Loquenzi vengano interrogati al più presto. Anzi, farebbero bene a presentarsi spontaneamente di fronte ai pm di Rimini, in ossequio alla trasparenza”.
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