“L’obiettivo è rivedere il progetto, risparmiare dove si può risparmiare e andare avanti“. Lo ha detto il vicepremier Matteo Salvini sulla Tav. Il leader leghista ha pronunciato queste parole, scrive online l’Ansa, al suo arrivo questa mattina 21 febbraio a Iglesias, in Sardegna, dove si trova per un incontro elettorale.
E sull’accusa di voto di scambio mossa da Matteo Renzi, il leader della Lega ribatte: “Renzi e il Pd mi fanno tenerezza, non sanno più a cosa attaccarsi. Non commento, non perdo tempo a commentare le sciocchezze del Pd”.
Proprio oggi alla Camera sarà votata la mozione concordata che ha sancito la “tregua armata” M5S-Lega sulla questione Tav. La proposta di ridiscutere il progetto è del ministro dell’Economia, Giovanni Tria, che si è detto favorevole all’opera. “Tutti i cantieri pubblici già cominciati, quelli che sono stati già oggetto di contratti, di trattati, di accordi internazionali, devono realizzarsi“, ha detto a un giornalista della tv francese riguardo proprio la Torino-Lione.
“Ridiscutere integralmente il progetto della Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia”. Rimanda al contratto di governo la mozione sulla Tav, a firma del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, che sarà messa in votazione oggi, quando l’Aula di Montecitorio esaminerà anche la mozione sì Tav di Forza Italia.
La maggioranza sceglie così di non scegliere. In barba all’ultimatum dell’Unione Europea sul rischio fondi. Per il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, approvare il documento significa “mettere una pietra tombale” sull’opera. Ma a chiarirne il senso arrivano le parole dello stesso Molinari: la posizione della Lega, dice, “resta la stessa”, ovvero “valutare come realizzare quest’opera nel rispetto degli accordi internazionali”.
In sostanza, dopo il caso Diciotti, i due partiti di governo hanno deciso per una tregua in vista della conclusione della tornata delle elezioni amministrative e delle europee di maggio. Il progetto rimane nel cassetto di Matteo Salvini, si ragiona in ambienti della maggioranza, pronto per essere tirato fuori al momento opportuno.
Adesso però sono a rischio, in caso di ulteriori ritardi, 300 degli 813 milioni di euro di fondi europei stanziati per la Tav. “Salvini ha ceduto, si palesa lo scambio tra il No alla Tav e la non autorizzazione a procedere sul caso Diciotti”, sostiene il parlamentare dem Davide Gariglio, membro della Commissione Traporti alla Camera.
Mariastella Gelmini, presidente dei deputati di Forza Italia, parla di una mozione “incomprensibile e inaccettabile”. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni di “condanna dell’Italia a far parte del terzo mondo”. Critico anche il sistema delle imprese, che chiede di ritirare la mozione. “Ridiscutere con la Francia non vuole assolutamente dire bloccare la Tav“. “Ma a Salvini e Molinari chiedo che diano un termine di un mese”, è l’appello di Mino Giachino, ex sottosegretario ai Trasporti. Giachino sostiene la Torino-Lione. Domani 22 febbraio sarà davanti a Montecitorio per la prima manifestazione sì Tav a Roma, dopo le due di Torino.