L’ex governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, è stato condannato a 5 anni e 10 mesi. La condanna, per corruzione, è definitiva. È giunta nella serata di venerdì 21 febbraio. Processato per il crac delle fondazioni Maugeri e San Raffaele, Formigoni andrà in carcere.
Non appena verrà trasmesso il dispositivo della sentenza della Cassazione, il sostituto pg Antonio Lamanna, titolare del fascicolo, emetterà l’ordine di esecuzione della pena. Ordine che verrà immediatamente eseguito a meno che, come probabile, Formigoni non si costituisca spontaneamente.
Il verdetto è arrivato dopo poco più di tre ore di camera di consiglio venerdì 21 febbraio e la dura requisitoria del procuratore generale della Cassazione Luigi Birritteri. Il quale ha sottolineato l’ “imponente baratto corruttivo” che avrebbe visto Formigoni tra i protagonisti.
Per il “Celeste” (questo lo storico soprannome assegnato a Formigoni) il pg aveva chiesto la “massima pena”. E cioè la conferma della condanna a 7 anni e 6 mesi, oltre all’interdizione perpetua dai pubblici uffici. La Cassazione ha confermato la condanna, ma con uno sconto, dovuto agli effetti della prescrizione.
La Suprema Corte ha anche respinto i ricorsi dei coindagati di Formigoni: confermata così la condanna a 7 anni e 7 mesi per Costantino Passerino, ex manager della Maugeri e quella a 3 anni e 4 mesi per l’imprenditore Carlo Farina. Inammissibile, infine, il ricorso di Carla Vites, che era già stata assolta ed aveva impugnato la sentenza per avere un proscioglimento più ampio.
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