La Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la condanna a 25 anni di carcere per il sacerdote congolese Gratien Alabi, reo, secondo i magistrati, della morte di Guerrina Piscaglia. La donna scomparve nel nulla da Ca’ Raffaello, un piccolo paese dell’Aretino il primo maggio 2014. Di lei non si è saputo più nulla e non è mai stata ritrovata.
Secondo l’accusa, il religioso, conosciuto nella sua comunità come padre Graziano, ha ucciso Guerrina Piscaglia con la quale aveva una relazione sentimentale e ne ha soppresso il cadavere.
Dopo circa tre ore di camera di consiglio, ieri 20 febbraio, la prima sezione penale della Cassazione ha respinto il ricorso dei legali dell’uomo. E ha confermato la condanna emessa dalla Corte d’assise d’appello di Firenze il 14 dicembre 2017.
Al termine del processo di primo grado il sacerdote – che si è sempre detto innocente – era stato condannato a 27 anni. Guerrina Piscaglia, 50 anni, è scomparsa da Ca’ Raffaello. Le indagini hanno ricostruito che tra lei e il prete vi era una relazione amorosa. Secondo i giudici d’appello padre Graziano ha ucciso la donna in un momento di rabbia, dopo che Guerrina aveva minacciato di rivelare la relazione ai superiori del frate. L’uomo avrebbe quindi fatto sparire il corpo e poi agito per depistare le indagini.
Il religioso, finora sottoposto agli arresti domiciliari in un convento a Roma, dopo la pronuncia della Cassazione di ieri sera, dovrà andare in carcere. Subito dopo la sentenza, infatti, i carabinieri sono andati in convento per prelevarlo. Lo hanno portato al comando generale e in mattinata di oggi 21 febbraio verrà condotto al carcere di Regina Coeli.
“Prendiamo atto della sentenza, rispettando la decisione della Suprema Corte – ha detto l’avvocato Riziero Angeletti, legale di padre Graziano, subito dopo la lettura della sentenza -. Naturalmente non la condividiamo perché è stato fatto un passo troppo in là rispetto agli elementi indiziari raccolti dall’accusa”. “Valuteremo il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo – ha aggiunto il legale -, perché riteniamo che sia stato violato il diritto alla difesa, non consentendo tra l’altro di ascoltare numerosi testimoni, almeno sette, considerati importanti a nostro parere”. “Padre Graziano sconterà la sua pena fino a quando altri giudici non decideranno altrimenti”, ha concluso l’avvocato.
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