Matteo Renzi, ancora sotto shock per gli arresti domiciliari a papà Tiziano e mamma Laura, parte al contrattacco. E nella sua Enews (la newsletter online che invia a chi si iscrive), precisa: “Tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. I miei genitori, come tutti, hanno diritto a un processo giusto e spero rapido. Non grido ai complotti: chiedo che i processi si facciano nelle aule dei tribunali e non sul web o nelle redazioni dei giornali. Noi aspettiamo le sentenze, ma le sentenze si pronunciano in tribunale e non nelle piazze populiste”.
“Chi ha letto le carte e ha un minimo di conoscenza giuridica – insiste l’ex presidente del Consiglio del Pd – sa che privare persone della libertà personale per una cosa come questa è abnorme (emblematico il post di Enrico Mentana, che certo non può essere tacciato di renzismo)”. Poi assicura: “Non mollo di un solo centimetro… Se qualcuno pensa di fermarmi, non mi conosce. Non ci conosce“.
“Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo“. “Avevo immaginato – ha aggiunto – di scrivervi tutta un’altra enews. Pensavo di raccontarvi l’entusiasmo di questo fine settimana. Ho girato molto in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte per presentare il libro Un’altra strada. E ho trovato un’accoglienza superiore alle più rosee aspettative. Ovunque centinaia di persone, voglia di non mollare, desiderio di discutere. Le foto di questi giorni parlano chiaro”.
“Poi – racconta – ieri sera mentre firmavo copie a Nichelino, in un centro anziani della periferia di Torino (perché questo tour serve anche per ritornare in mezzo alla gente di tutti i giorni), la notizia più assurda che potessi ricevere, una notizia che gela il sangue: i miei genitori ai domiciliari”. L’ex premier ringrazia “le migliaia di persone che mi stanno scrivendo per dare solidarietà”.
Infine “chi conosce la realtà sa che quelle carte, peraltro, non corrispondono al vero. Ma per questo ci sarà il processo. Tra cinque anni, tra dieci anni, quando tornerà la calma e si potrà analizzare con serenità ciò che è accaduto in questo periodo alla mia famiglia, saranno in tanti a stupirsi. Chi ha letto il libro Un’altra strada sa a cosa mi riferisco”.
“A questo punto – prosegue Renzi – c’è solo una cosa da fare. Mantenere la calma. Sapere che il tempo farà giustizia di tutte le bugie. Avere lucidità e pazienza”. Parlando “da uomo delle istituzioni”, afferma l’ex segretario Pd, “dico: mi fido della giustizia. Questo è un grande Paese e io credo nell’Italia, sempre. Non riusciranno a farmi parlar male dell’Italia, non riusciranno a farmi parlar male dei giudici. Chi vuole il mio fallo di reazione, non lo avrà. Né oggi, né mai”.
Ma “da figlio: ho il cuore gonfio di amarezza. Mi basta che lo sappiano i miei figli e i loro cugini. E vedere la loro chat whatsapp di queste ore mi commuove e mi fa pensare che i dieci nipoti conoscono bene i loro nonni. E sanno che persone sono”. “Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire: se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo – assicura Renzi -. Lo sanno anche i sassi. Se loro sono in questa situazione umiliante è colpa del mio impegno politico di questi anni”.
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