Di Battista, Di Maio, Salvini. Lo scontro sull’Alta velocità ferroviaria Torino-Lione sta spaccando il governo Conte. La tensione fra Movimento Cinque Stelle e Lega è alta. Prima il blitz, il 1 febbraio, di Matteo Salvini al cantiere di Chiomonte in Val di Susa. Condito di affermazioni inequivocabili. “I lavori devono essere terminati”, ha detto in sostanza il leader leghista. Poi, ieri 2 febbraio, è esplosa la rabbia M5S. I vertici del Movimento hanno manifestato tutta la loro irritazione.
E alle domande dei giornalisti, in occasione di un incontro elettorale, Luigi Di Maio e Alessandro Di Batista non le mandano a dire. Anzi. Vanno giù molto duramente. E, se vogliamo, anche rozzamente. Soprattutto il redivivo Di Battista. Il quale, da quando è rientrato dal Centro America, a fine 2018, sembra animato da un forte protagonismo.
“Non c’è scontro aperto sulla Tav nel governo, io direi che il discorso è chiuso“, ribadisce il vicepremier Luigi Di Maio in campagna elettorale a Chieti per le elezioni regionali del 10 febbraio. E Alessandro Di Battista: “Che i 5 stelle siano contro le infrastrutture è una balla, siamo favorevoli alle infrastrutture giuste, che aiutano i cittadini e i pendolari. Se la Lega intende andare avanti su un buco inutile che costa 20 miliardi di euro torni da Berlusconi o non rompa i c….“.
ARCHIVIO – Tav in val Susa, Salvini contro il M5S: “I lavori devono andare avanti”
Matteo Salvini si presenta al cantiere Tav di Chiomonte. E fa scoppiare la polemica. Aldilà di alcuni toni apparentemente più concilianti. In Val di Susa il ministro dell’Interno e leader della Lega è arrivato stamani 1 febbraio, con una posizione molto netta sugli annosi lavori per l’Alta velocità ferroviaria. Lo riporta online La Stampa. “Gli operai hanno già scavato 25 chilometri di galleria – argomenta -, io dico che ha più senso spender altri soldi per unire i tunnel piuttosto che per chiuderli”.
Il vicepremier ha ancora aggiunto: “Questa è un’opera che ha rispettato tempi e costi senza incidenti né infiltrazioni. Auspico che i lavori ripartano il prima possibile. Siamo disponibili a ragionare sul come, l’unica cosa non immaginabile è che il lavoro degli operai sia vano, e che si spendano i soldi degli italiani per tornare indietro anziché per andare avanti. Sarebbe demenziale”.
Prova poi, Salvini, a tendere una mano al Movimento 5 Stelle: “Ora ci metteremo a discutere: hanno ragione, il progetto va rivisto, si possono tagliare spese per un miliardo”. E una mano tesa c’è anche per la Francia: “Dobbiamo andare avanti e magari chiedere più fondi all’Europa”.
Eppure, al di là dei toni concilianti, in pochi minuti il vicepremier rovescia tutte le posizioni del Movimento 5 Stelle. “Come si fa a dire che il cantiere non c’è. C’è eccome, e deve proseguire per il bene dell’economia e dell’ambiente. Possiamo togliere un milione di Tir dalle strade e respirare meglio tutti”.
All’alleato offre una possibile intesa. La revisione del progetto, par altro prevista dal contatto di governo. “Ci sono opere che possono essere modificate, come la grande stazione di Susa. I costi per l’Italia possono scendere da 4 a 3 miliardi. Ma non possiamo fermarci. Saremmo gli unici”.
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