“Credo proprio che voteremo ‘sì’ all’autorizzazione a procedere”. È senza appello il giudizio di Alessandro Di Battista (M5S) su Matteo Salvini. Torna dunque lo scontro fra i due alleati di governo. Di Battista, riporta online TgCom24, ha comunque fatto una precisazione importante. “Poi cercheremo una soluzione tutti assieme…“. Inteso: dopo che avremo votato per far processare Salvini.
Come è noto il ministro dell’Interno rischia di affrontare un procedimento penale. Il tribunale dei ministri di Catania lo accusa di sequestro aggravato di persona per il caso della nave Diciotti. Lo scorso agosto l’imbarcazione della nostra Guardia costiera dovette restare ancorata in porto a Catania senza sbarcare 177 migranti salvati da naufragio. Furono non pochi i giorni di attesa prima che i migranti potessero avere ristoro a terra. Il vicepremier leghista non voleva assolutamente che i naufraghi sbarcassero.
A Salvini “consiglio di rinunciare all’immunità”, ha detto Alessandro Di Battista. “Allo stesso tempo credo che Conte debba assumersi anche formalmente questa responsabilità”. Dal canto suo il presidente del Consiglio si è mosso. Da Cipro ha dichiarato: “Mi assumo la piena responsabilità politica di quello che è stato fatto“. E ha lasciato carta bianca alla Giunta per le immunità del Senato. Ed è proprio oggi 30 gennaio che comincia l’iter per autorizzare o meno il giudizio su Matteo Salvini. Una procedura con diversi passaggio formali, destinata a durare almeno due settimane.
La presa di posizione del premier, ieri 29 gennaio, è arrivata prima dell’annuncio di un vertice notturno a Roma. Un summit svoltosi nella tarda serata. Che si è concluso, di fatto, in maniera interlocutoria. A tracciare la linea dei 5 stelle è Alessandro Di Battista che a Conte chiede anche un documento scritto. Obiettivo: ribadire agli ‘inquirenti’ che fu “un atto condiviso di governo”. Una richiesta che apre ad una possibile successiva via d’uscita. In modo da consentire a Salvini di liberarsi dall’accusa di essere l’unico responsabile dell’operazione Diciotti.
E se “processare Salvini non è giusto”, proprio in virtù della responsabilità collegiale del governo, che succede? Per Di Maio, Di Battista e il Movimento Cinque Stelle il principio rimane: alle autorizzazioni a procedere il M5S deve dire sì. “Processare Salvini significa processare il governo”, è invece il mantra dei leghisti. Che tengono alta la guardia e avvertono sul rischio che a rimetterci in questa delicata operazione sia proprio l’esistenza stessa dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte.
A Palazzo Madama pronti al “no” all’autorizzazione sono Fratelli d’Italia e Forza Italia. Quest’ultima ritiene il “no” una scelta coerente rispetto al garantismo sempre chiesto nei confronti del presidente Berlusconi, e non solo. Orientati al “sì” il Pd e Liberi e Uguali, oltre al Movimento, che a quel punto diventa l’ago della bilancia.
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