“Di Maio e Salvini? L’Italia merita leader all’altezza della sua storia”. Così il presidente della Francia, Emmanuel Macron a una domanda dei giornalisti, oggi 28 gennaio. Un giudizio, il suo, molto pesante politicamente. Al quale i due vicepremier del governo Conte hanno seccamente replicato. Anche perché Macron ha insistito. E ha bollato come “irrilevanti” le critiche alla Francia di Matteo Salvini e Luigi Di Maio.
Piccata e immediata la risposta di Luigi Di Maio. “Macron dice che io e Salvini non siamo all’altezza? Questo lo lasci decidere al popolo italiano”, afferma il vicepremier a La7. Poi il capo politico del Movimento 5 stelle torna ad attaccare l’Eliseo sul tema del franco Cfa.
“Se il tema del prossimo Consiglio europeo sarà l’immigrazione, chiederemo di portare al tavolo il dossier”, spiega Di Maio. Perché se la Francia “impoverisce gli Stati africani poi le persone partono e vengono qui”. “Vogliamo rimettere l’Italia al centro dell’Unione europea, dopo anni in cui è stata scendiletto di Germania e Francia” conclude. Anche il vicepremier Matteo Salvini non si lascia sfuggire l’occasione di rispondere al presidente francese. “Macron? Pensi a restituirci i terroristi e gli assassini che la Francia accoglie da troppi anni, poi ne riparliamo” ha scritto sui social.
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ARCHIVIO 22 gennaio – “Sfruttatori dell’Africa”, Salvini attacca la Francia e Macron
I migranti “si salvano, come ha fatto la guardia costiera libica, e si riportano indietro così la gente smetterà di pagare gli scafisti per un viaggio che non ha futuro, perché finisce o con la morte o con un’esistenza per le strade italiane”. Lo ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini a Mattino 5 ribadendo che non consentirà ai barconi con i migranti e alle Ong di accedere ai porti italiani.
“Più persone partono più persone muoiono – ha aggiunto – Chi vuole bene all’Africa fa di tutto perché non partano”. “Il problema dei migranti ha tante cause – ha detto in un altro passaggio tornando sulla polemica con la Francia che ha portato alla convocazione dell’ambasciatrice italiana da parte di Parigi – c’è chi in Africa sottrae ricchezza a quei popoli e a quel continente e la Francia è tra questi“.
In Libia, aggiunge, la Francia ha “interessi opposti a quelli italiani” e “non ha alcun interesse a stabilizzare la situazione”. Dunque “ha poco da arrabbiarsi perché ha respinto migliaia di migranti, comprese donne e bambini, alla frontiera. Lezioni di umanità e generosità da Macron non ne prendo”.
ARCHIVIO 21 gennaio – La Francia infuriata con Di Maio. Convocata l’ambasciatrice italiana
L’ambasciatrice d’Italia a Parigi, Teresa Castaldo, è stata convocata dal ministero degli Esteri francese. Si rischia un serio incidente diplomatico con la Francia, Paese storicamente amico.
Ma cosa è successo? Il governo transalpino sarebbe su tutte le furie. A causa delle ultime dichiarazioni molto polemiche nei confronti della Francia del vicepremier Luigi Di Maio. Il leader pentastellato ieri 20 gennaio aveva detto: “Se la Francia non avesse le colonie africane, che sta impoverendo, sarebbe la quindicesima forza economica internazionale e invece è tra le prime per quello che sta combinando in Africa”.
La notizia è stata resa nota dall’agenzia di stampa Ansa, che cita fonti diplomatiche. “Queste dichiarazioni da parte di un’alta autorità italiana sono ostili e senza motivo visto il partenariato della Francia e l’Italia in seno all’Unione europea. Vanno lette in un contesto di politica interna italiana”. È quanto affermano fonti diplomatiche francesi interpellate dall’Ansa a Parigi.
Fonti governative francesi fanno sapere che la convocazione è scattata perché le frasi del vicepremier italiano sono considerate “inaccettabili e senza fondamento”. Le stesse fonti ricordano che “non è la prima volta che le autorità italiane fanno commenti inaccettabili e aggressivi”.
Durante la sua tappa del tour elettorale ad Avezzano il ministro dello Sviluppo economico torna a parlare di migranti. “Ci sono decine di stati africani in cui la Francia stampa una propria moneta, il franco delle colonie, e con quella moneta si finanzia il debito pubblico francese. Macron prima ci fa la morale e poi continua a finanziare il debito pubblico con i soldi con cui sfrutta i paesi africani”.
“Se vogliamo fermare le partenze cominciamo ad affrontare questo tema e cominciamo a farlo anche all’Onu, non solo in sede di Unione Europea – ha spiegato il vicepremier Luigi Di Maio -. L’Italia si deve far sentire: nelle prossime settimane ci sarà una iniziativa parlamentare del M5S”. Obiettivo: impegnare sia il Governo italiano sia le istituzioni europee a iniziare a sanzionare quei paesi che non decolonizzano l’Africa”. “Perché quello che sta succedendo nel Mediterraneo è frutto delle azioni di alcuni paesi che poi ci fanno pure la morale”.
Sul tema della moneta coloniale ribatte anche Alessandro Di Battista, postando sul Blog delle stelle il video del suo intervento ieri a Che tempo che fa: “Attualmente la Francia, nei pressi di Lione, stampa la moneta utilizzata in 14 paesi africani, quasi tutti paesi della zona subsahariana. I quali – prosegue l’esponente M5s – non soltanto utilizzano una moneta stampata dalla Francia, ma per mantenere il tasso fisso, prima con il Franco francese e oggi con l’Euro, sono costretti a versare circa il 50% dei loro denari in un conto corrente gestito dal Tesoro francese. Conto corrente con il quale – dice ancora Di Battista – viene finanziata una piccola parte del debito pubblico francese, ovvero circa lo 0,5%”.
“Ma soprattutto la Francia, attraverso il controllo geopolitico di quell’area – , dove vivono 200 milioni persone che utilizzano banconote e monete stampate in Francia, gestisce la sovranità di interi paesi impedendo la loro legittima indipendenza, la loro sovranità monetaria, fiscale, valutaria e la possibilità di fare politiche espansive”.
“Fino a quando non si strapperà questa banconota, che in realtà – accusa – è una manetta nei confronti dei popoli africani, noi potremo continuare a parlare a lungo di porti aperti o porti chiusi, ma le persone continueranno a scappare, a morire in mare, a cercare altre rotte e a provare a venire in Europa. Oggi è necessario, per la prima volta, occuparsi delle cause, perché se ci si occupa esclusivamente degli effetti si è nemici dell’Africa”.