“Dedico quota 100 a Monti e Fornero” aveva detto Matteo Salvini, ieri 17 gennaio durante il Cdm per presentare il decretone. E, puntualissima, arriva la replica piccata dell’ex ministro del Lavoro Elsa Fornero che risponde al vice premier dalle pagine del quotidiano Il Foglio di oggi 18 gennaio.
E spiega come le pagine del decreto legge che interessano le pensioni sono una “controriforma furbesca”, un modo di estendere e ricercare il consenso facendo passi che sembrano cambiare tutto ma rimangono ancorati a qualcosa che “sa di antico”.
Secondo Fornero sono tre i principi sui quali si regge il sistema pensionistico italiano, dettati dalla riforma Dini del 1995: Il “finanziamento”, dato dalla ripartizione dei contributi versati dai lavoratori; il “calcolo della pensione”, che consiste nel rapporto di interdipendenza tra età e pensione (a parità di contributi maggiore è l’età maggiore è la pensione); la “solidarietà”, contributi a carico generale per salvaguardare i lavoratori impiegati in attività usuranti. I tre punti della riforma Dini si manifestarono “Coraggiosi nei principi ma timorosi nei fatti”.
L’excursus storico della professoressa di economia arriva poi alla riforma del 2011 “Quella che porta il mio nome”. Elsa Fornero parla di una riforma perfettibile, qualcosa che poteva e doveva essere corretta e monitorata soprattutto per quello che lei stessa riconosce come “il problema pur grave degli esodati”, spiegando come la semplificazione della narrazione attorno alla riforma abbia creato un “capro espiatorio” facile e sia diventato soltanto un pretesto per fare campagna elettorale.
La nuova riforma è dunque figlia di quella strumentalizzazione e in quest’ottica si pone il quadro di “quota 100” in quanto secondo Fornero è “il ritorno della politica nella determinazione delle regole pensionistiche”. Difendendo il suo operato, l’ex Ministro del lavoro ricorda come non è utile attaccare l’economia scindendola dalla politica pensando che il benessere sociale sia proprio solo della seconda piuttosto che della prima. Inoltre, spiega Fornero, il blocco per le pensioni superiori a 1.524 euro lordi faceva parte anche della precedente riforma, con la differenza che nel 2011 l’Italia versava in una situazione economica peggiore ed erano richiesti sacrifici alle classi più abbienti. Il ritorno al passato denunciato da Fornero termina con la definizione di “propaganda slegata da ogni visione strategica del futuro” per quella che è un’innovazione che “sa molto di antico”.
Photo credits: Twitter
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