Latina, caporalato: migranti come schiavi. Arrestati anche ispettore del lavoro e sindacalista [VIDEO]

Duro colpo inferto dalla polizia di Stato al caporalato nelle campagne di Latina. In manette anche un ispettore del lavoro e un sindacalista. Nella notte tra mercoledì 16 e giovedì 17 gennaio uomini della Squadra Mobile di Latina e del Servizio Centrale Operativo (Sco) hanno smantellato una rete che gestiva il lavoro di centinaia di migranti in alcuni campi agricoli di Latina e provincia (il video è tratto dall’account Twitter della Polizia).

 

Le forze dell’ordine hanno arrestato sei persone e ne hanno messo sotto indagine altre 50. Tra i sei fermati nella notte anche un sindacalista e un ispettore del lavoro, due persone che – per il ruolo che ricoprivano – avrebbero dovuto tutelare la dignità dei lavoratori. E, invece, i migranti sfruttati erano costretti a turni di 12 ore con una paga di gran lunga al di sotto del contratto nazionale di base.

Un caporalato che andava avanti da tempo, sfruttando le braccia di centinaia di migranti che, fin dalle prime ore dell’alba, erano costretti a recarsi nei campi per iniziare il proprio turno di lavoro che, spesso e volentieri, superava la mezza giornata continuativa. Il tutto retribuito poco e male, con stipendi da fame accettati dagli stranieri perché era la loro unica forma di sostentamento.

Le indagini di natura patrimoniale condotte nell’ambito dell’operazione contro il caporalato condotta dalla Polizia di Stato di Latina, hanno portato al sequestro anche di cinque abitazioni, tre depositi, tre appezzamenti di terreno, nove automobili, 36 tra furgoni. Ma non solo beni materiali. Le forze dell’ordine hanno provveduto al sequestro anche di una società cooperativa, quattro quote societarie e numerosi rapporti bancari, per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro.

L’indagine era partita nel 2017 e ha portato all’arresto – tra i sei – anche di due donne che, secondo l’accusa, avevano il compito di reclutare e sfruttare molti stranieri provenienti dai Paesi centrafricani o dalla Romania, tramite una società cooperativa con sede a Sezze (in provincia di Latina), distribuendo illecitamente la loro manodopera a centinaia di aziende agricole che avevano monopolizzato il settore nelle provincie di Latina, Roma, Frosinone e Viterbo. Una vera maxi operazione di caporalato sulle spalle di migranti sfruttati.

Photo credits: Twitter; video credits: Twitter / Polizia @poliziadistato

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