È morta all’ospedale di Arezzo, dove viveva da qualche tempo, Maria Luigia Redoli, 80 anni, più conosciuta come la “Circe della Versilia”. Il decesso è avvenuto ieri 14 gennaio. Aveva scontato 24 anni di carcere per l’omicidio del marito Luciano Iacopi.
L’uomo fu ucciso a Forte dei Marmi nel garage di casa con 17 coltellate la sera del 17 luglio 1989. Stando alla sentenza giudiziaria di secondo grado, confermata definitivamente in Cassazione e passata in giudicato, La Redoli avrebbe massacrato il marito insieme al suo giovane amante Carlo Cappelletti, un ex carabiniere a cavallo che all’epoca aveva solo 23 anni. Le indagini si concentrarono da subito sui due amanti. I quali furono ritenuti i responsabili dell’omicidio.
In primo grado a Lucca i due furono inizialmente assolti ma l’appello ribaltò la sentenza con l’ergastolo per entrambi, poi confermato dalla Cassazione. L’arresto definitivo per la “Circe della Versilia” avvenne nel settembre 1991. Maria Luigia Redoli si è sempre detta innocente. La donna era stata scarcerata nell’aprile del 2015 e prima, in regime di semilibertà, aveva svolto anche servizio di volontariato fuori dal carcere di Opera dove ha scontato la pena.
Dopo aver vissuto qualche anno in Lombardia si era trasferita ad Arezzo. Gli anni di carcere sono stati contraddistinti anche dalla clamorosa rottura con i figli, Tamara e Diego, che si opposero alla domanda di grazia avanzata dalla loro madre al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Una decisione che fu commentata aspramente dalla donna, definendo una coltellata la lettera dei suoi figli e ribadendo pubblicamente la propria innocenza. “Forte dei Marmi sa – disse – che sono una buona madre”.
Fu la storia di una coppia “diabolica” quella di Maria Luigia Redoli e di Carlo Cappelletti, come sottolinea Letizia Tassinari su Versiliatoday.it, raccontata da tutta la stampa dell’epoca, e tema di programmi televisivi anche a livello nazionale. Fu il giallo della Versilia, lei e il giovane amante, Carlo Cappelletti, ex carabiniere a cavallo e macellaio, accusati di aver ucciso nel garage della villa a Forte dei Marmi il ricchissimo consorte di Maria Luigia, il mediatore immobiliare Luciano Iacopi, la notte tra il 16 e il 17 luglio del 1989. L’uomo fu trovato assassinato, in una pozza di sangue, con 17 coltellate.
Una notte, quella dell’omicidio, trascorsa dalla coppia in un noto locale della Versilia. E proprio la porta del garage, trovata chiusa, con la donna, unica persona ad avere la chiave, fu l’elemento di prova: una sorta, per gli inquirenti, di errore fatale. Poi i maghi, ai quali, da alcune intercettazioni telefoniche, si scoprì che la “Circe” si era rivolta per ottenere una fattura a morte, e i 15 milioni di vecchie lire consegnati per trovare un killer. Fino all’epilogo finale degli arresti e del carcere.
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