Nel titolo di apertura in prima pagina un appellativo razzista e spregiativo per definire gli italiani del Sud. È la provocatoria scelta del quotidiano Libero fondato da Vittorio Feltri. Non è la prima volta che il giornale si distingue per titolazioni volutamente scioccanti e contro il politicamente corretto.
Così oggi 11 gennaio ecco l’apertura con un articolo sulla composizione del governo. Nel quale si evidenzia la superiorità numerica dei ministri meridionali. “Comandano i terroni“, titola il quotidiano diretto da Pietro Senaldi annunciando che i meridionali hanno conquistato “tre cariche istituzionali su quattro”.
E quel “terroni” suona male, visto che il sostantivo è utilizzato più nei cori da stadio conditi con una buona dose di discriminazione territoriale (in particolare viene rivolto ai tifosi del Napoli) che nel linguaggio comune. In altre parole: è utilizzato più per manifestare disprezzo o offendere le popolazioni del Mezzogiorno che come semplice sinonimo della parola “meridionali”, come giustamente sottolinea il sito Giornalettismo.
La lista dei “terroni” di Libero è lunga. Si parte dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a Giuseppe Conte, presidente del Consiglio, e Roberto Fico, presidente della Camera. Si prosegue con il vicepremier M5S Luigi Di Maio e poi, ancora, con i ministri: Barbara Lezzi, Alfonso Bonafede, Sergio Costa, Giulia Grillo, Giulia Bongiorno, Paolo Savona.
Nel governo, si spiega, “il connubio tra settentrionali e meridionali non è stato mai così spiccato e dove su 18 ministri ben 7 sono terroni e 3 di Roma”. Su Libero, che elenca alte cariche dello Stato e ministri nati e cresciuti al Sud, l’autrice dell’articolo (Azzurra Noemi Barbuto) dopo poche righe chiarisce: “Sottolineo questo trend con fierezza, poiché sono terrona anch’io, pur non essendo una tifosa del derby Nord-Sud e non appassionandomi a romantici e noiosi campalinismi ormai desueti”. Dunque, nella conta non ci sarebbe nessun intento discriminatorio. Ci mancherebbe. Ma il sommario precisa: “Ecco perché Salvini ha tutti contro”. Come se la Lega fosse in tutto e per tutto il partito del Nord, o come se, al contrario, essere del Sud significasse necessariamente essere contro la Lega o i settentrionali.
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