Arriveranno in Italia i bambini, con la mamma e il papà. Saranno 15 secondo quanto riporta il Corriere della Sera. Si tratta dei migranti a bordo delle navi della ong Sea Watch, sbarcati a Malta dopo aver trascorso 19 giorni in mare. Saranno affidati alla Chiesa Valdese, “senza oneri per lo Stato”. Così Giuseppe Conte ottiene da Matteo Salvini il via libera all’intesa da lui siglata con l’Unione europea. Complessivamente sono 8 i Paesi in cui saranno redistribuiti i 49 migranti delle Sea Watch, più i circa 250 già sbarcati in dicembre a Malta.
“Non lascio niente a metà e non voglio far saltare nessun governo“. Lo ha detto il vicepremier, Matteo Salvini, in un’intervista a Rtl, secondo quanto riporta il sito dell’Ansa. “Il governo sta bene – ha aggiunto Salvini -. Abbiamo fatto tanto in sei mesi e i due partiti al governo hanno il 60% della fiducia degli italiani, caso più unico che raro”.
Gli fa eco, a Radio anch’io, Luigi Di Maio, affermando che il vertice di ieri 9 gennaio sui migranti delle navi Sea Watch, fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e i vicepremier, è durato tre quarti d’ora. Ed è stato “molto cordiale”. La soluzione è nel mandato al premier ad accogliere una parte dei migranti della Sea Watch e affidarli alla chiesa valdese che si è detta disponibile ad accoglierli nelle sue strutture. “Finché ci sarà questo rapporto tra noi tre il Governo andrà avanti a lungo”, ha detto.
Il vertice notturno di Palazzo Chigi, ieri, non ha sciolto però i tanti nodi sul tavolo del governo. Dalla Tav, su cui si prende ancora tempo nonostante un’analisi costi-benefici che sarebbe negativa, al decreto su reddito di cittadinanza e pensioni, che rischia di slittare alla prossima settimana. Quanto alla polemica fra Salvini da un lato e il premier Conte dall’altro, tutto sembra ricomporsi. E alla fine fonti leghiste fanno sapere che il ministro dell’Interno è “molto soddisfatto” perché “il governo è compatto sulla linea rigorosa, porti chiusi, lotta agli scafisti e alle ong”.
Ma nuovi arrivi, sia pur ridotti, ci saranno e alla fine l’intesa tra Conte, spalleggiato da Di Maio, e Salvini, viene siglata su due binari. Il primo è la condizione che non ci sia nessun costo per “gli italiani” (di qui l’aiuto, accettato, dalla chiesa valdese). Il secondo è alzare la voce in Europa perché sette Paesi, a partire dalla Germania, accolgano 200 migranti sbarcati lo scorso anno in Italia e sui quali si erano impegnati: il premier – fanno sapere da Chigi – chiederà un incontro al commissario europeo Avramopoulos. La prossima volta “meglio incontrarsi prima che dopo”, dice Salvini a Conte e Di Maio, che lo hanno spiazzato con una fuga in avanti voluta dal M5s anche per tranquillizzare l’ala più a sinistra del Movimento.
Ma non solo sull’immigrazione, i tre dovranno tornare a incontrarsi. Resta aperto il nodo Consob, con Di Maio che insiste sul nome di Marcello Minenna, nonostante le resistenze che vengono anche da una parte della Lega. E c’è da chiudere l’accordo sul “decretone” per reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni. In cima alle preoccupazioni, infine, c’è il dossier della Tav: l’analisi della commissione di esperti istituita dal ministero sembra orientata, secondo fonti di governo, a bocciare l’opera ma diversi ministri – a partire da quelli leghisti – stanno pressando per un supplemento di riflessione. Il no all’opera rischia tra l’altro, spiegano, di provocare la “ritorsione” dei francesi su Fincantieri.
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