Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di centrosinistra di Venezia noto per il suo stile burbero, ha fatto una sfuriata televisiva delle sue. È accaduto ieri sera 8 gennaio da Lilli Gruber a Otto e Mezzo su La7. Lo scontro si è verificato fra Cacciari e la ministra leghista Giulia Bongiorno. Oggetto del contendere: la posizione assunta dal ministro dell’Interno Matteo Salvini in merito alla vicenda dei migranti a bordo della nave Sea Watch, in mezzo al mare da settimane senza poter sbarcare.
La miccia è la protesta di alcuni sindaci contro il provvedimento di Salvini. Bongiorno critica duramente l’atteggiamento dei primi cittadini di Napoli, Palermo, Firenze e altre città. “La legge va applicata e rispettata”, sottolinea. Ma Cacciari non ci sta. E attacca: “Le amministrazioni locali non hanno compiti legislativi. Dire che le leggi si applicano comunque è tremendo. È la base di un’interpretazione che ha portato alle massime sciagure. È la stessa legge che mi impedisce di soccorrere il naufrago il mare. Non si lasciano delle persone in mare per così tanti giorni. Qui la giustizia è morta. Parliamo di una legge che non ha più nulla a che fare con la giustizia. È la legge di Creonte, signora onorevole ministra”.
“Professore, io la stimo enormemente” – replica Bongiorno – “però è fuori strada. Il caso Sea Watch non c’entra col decreto Sicurezza“. Cacciari è irrefrenabile: “È la legge che mi impedisce di seppellire il fratello, è la legge che mi impedisce di soccorrere il naufrago in mare. Ha capito? Non c’è soltanto la legge, c’è anche la giustizia. Ed è un principio fondamentale della cultura europea. Voi lo state dimenticando ed è una vergogna”. Bongiorno ribadisce: “È straordinariamente bello quello che dice, ma le faccio presente che non attiene al decreto Salvini, che non fa riferimento a quello che dice lei”.
“E invece attiene” – ribatte Cacciari – “Ci sono in mare 50 persone che non possono essere sbarcate. Ed è una vergogna non per Salvini, ma per l’Europa. È uno scandalo per l’Europa. Possiamo perdere una elezione, ma non possiamo perdere l’anima, vivaddio. Vergogniamoci! Non vergognatevi, ma vergogniamoci!“. “Il decreto Salvini non attiene a quello che dice lei”, ripete la ministra.
“Attiene al comportamento del ministro Salvini” – controbatte il filosofo – “Cosa me ne frega della legge? Una legge che non ha nulla a che fare con la giustizia è una legge perversa. Sto parlando dell’Europa, cosa vuole che me ne importi di Salvini, che corre adesso e che domani non c’è più? È l’Europa che ci stiamo mangiando”. “Gli facciamo fare questa specie di arringa…”, commenta Bongiorno. E Cacciari protesta: “Mi alzo e me ne vado. L’arringa? Si vergogni e mi risponda”.
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