Elsa Fornero non cambia idea su Matteo Salvini. A Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital, la ex ministra aveva definito il leader della Lega “un neofascista rozzo e aggressivo”. Nonostante i recenti sviluppi della politica salviniana, la professoressa conferma – secondo quanto riporta Dagospia – le sue impressioni.
Nella trasmissione di oggi 13 dicembre, condotta da Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, Fornero ha dichiarato: “Ritengo che i metodi di Salvini siano neofascisti“. “A me sembra una persona estremamente spregiudicata che usa gli argomenti che pensa servano ad accrescere il consenso: in questo è oggettivamente molto bravo, ma non è credibile nella sua trasformazione da lupo in agnello“.
Intanto si è trasformato il deficit, passato da 2,4% a 2,04%: “Bisogna esprimere una certa soddisfazione, con cautela. Se il governo riesce a evitare la procedura d’infrazione, questo è un bene per il paese. E dovremmo essere anche contenti della riduzione del disavanzo, una misura di prudenza”, riconosce, ma poi attacca il governo sul piano politico: “Mi sembra difficile non paragonare quello che si sta facendo con le affermazioni roboanti, le promesse e le illusioni vendute a buon mercato da imbonitori della politica in campagna elettorale ma anche durante la preparazione della manovra. Questo è il governo delle bugie dilaganti. E alle bugie seguiranno le delusioni”.
Fra le delusioni, secondo la ex ministra, ci sarà anche quello che Salvini ha più volte definito “un dovere morale”: “Quello che si fa non è smontare la Fornero. A me sembra un’operazione elettoralistica: cercare di dire che hanno smontato la riforma delle pensioni ma dicendo all’UE che faremo una misura temporanea con molti paletti. Queste misure, prese in maniera strutturale, richiedono finanziamento costante, mentre in questo caso è temporaneo. E quando uno dice riduco il disavanzo ma non vuole ridurre di pari ammontare la spesa, vuol dire che deve trovare la differenza. E mi pare di leggere che questa riduzione stia in una nuova clausola di salvaguardia sull’aumento dell’IVA”.
Da Fornero dubbi anche sulle dismissioni: “Secondo me non solo non è credibile, ma è sbagliato. Una volta che lo Stato vende parte del suo patrimonio, non ce l’ha più. E se non ce l’ha più per finanziare una spesa corrente e non per fare investimenti, questo non è saggio. Sarebbe come se una famiglia per sostenere delle spese correnti vendesse la casa”. Resta un grande problema da risolvere: la riduzione del debito. In questa ottica, una patrimoniale avrebbe senso?
“Credo che prima o poi qualcosa di quel genere lì debba arrivare”, dice la professoressa, “Che tipo di patrimoniale? Il governo Monti, di cui facevo parte, prese questa decisione difficile e sappiamo benissimo che in Italia non esiste un censimento dei patrimoni tranne che sulla casa. Così come la riforma delle pensioni è stata oggettivamente severa perché le condizioni del paese erano di drammatica difficoltà, anche l’IMU avrebbe potuto essere una proposta che poteva essere formulata diversamente, con maggiori esenzioni per le piccole proprietà. Questo non vuol dire che la auspico, ma che un paese che ha un grande debito, che si è impegnato a ridurre questo debito a favore dei giovani, dovrà affrontare il tema”.
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