“Note di colore”. Ovvero la pittura che descrive e racconta la musica. Ma anche la musica che si fonde con la pittura, il racconto e il canto nel reading teatrale creato per il vernissage. E’ un appuntamento unico nel suo genere e davvero imperdibile quello che animerà la Reggia di Portici, sabato 8 dicembre, quando verrà inaugurata la mostra-evento dedicata a Carlo Montarsolo (Terni 1922 – Roma 2005), noto artista e pittore che proprio nella città campana visse gran parte della sua giovinezza e della sua formazione artistica. 45 opere (in esposizione fino al 31 gennaio 2019) che raccontano i principali filoni del percorso pittorico di Montarsolo, e che descrivono il suo passaggio dallo stile figurativo fino ad arrivare alle soglie dell’astrazione.
“Il percorso espositivo in cui si articola questa mostra comprende le opere che riguardano tutta l’attività artistica di Carlo Montarsolo, partendo dagli esordi di matrice più fauve e post impressionistica fino ad arrivare a quella che è la sua produzione più significativa degli anni 60 e 70, una produzione di natura naturalista-astratta, neo cubista” ci spiega Federico Romanelli Montarsolo, Presidente dell’Associazione Montarsolo, curatore della mostra e figlio dell’artista scomparso nel 2005. “La mostra ruota intorno a una sala centrale, ispirata alla musicalità del colore da cui deriva il titolo dell’esposizione stessa. Questo accento sulla pittura, che potremmo definire timbrica, segnica, di suoni, è impresso anche nel logo della mostra, che è un pianoforte dipinto proprio da mio padre nel 1966”.
Dopo aver esordito nel 2016 a Roma, ed essere stata ospitata a Napoli a gennaio 2018 e a San Francisco lo scorso maggio, “Note di colore” arriva ora nel luogo più adatto per rendere omaggio a questo artista.
“La Reggia di Portici è l’ambiente naturale per questa mostra perché Carlo Montarsolo vi ha vissuto e trascorso diverso tempo” continua Federico Montarsolo. “Il suo atelier era una splendida soffitta borbonica che si affacciava sul Golfo di Napoli, alle spalle del Vesuvio”.
“Note di colore”, l’arte di Carlo Montarsolo in mostra dall’8 dicembre al 31 gennaio 2019
Oltre ai quadri legati alla musicalità del colore, tema fondante della mostra (ad esempio con “Pianoforte” del 1964 e “Beethoven” del 1981) troviamo il ciclo pittorico “Segni e suoni” e quattro momenti che sintetizzano la vasta produzione del noto artista italiano. Ecco dunque le “Lave vesuviane”, il “Mare” e una selezione delle opere del periodo più noto del maestro, ossia la sua produzione più materica, centrata su “Geometria e luce” e sulla loro capacità rivelativa in un contesto astratto-geometrico, senza perdere di vista la forma naturalistica. A completamento del percorso, troviamo il ciclo “spazio e tempo” con opere inedite dell’Archivio Montarsolo ed un corpus di inchiostri del decennio 1950-1960. Un’eredità, quella di Carlo Montarsolo, significativa e mai sufficientemente approfondita, come sottolinea il figlio e curatore della mostra Federico.
“Carlo ha attraversato l’arte del 900 partendo da un periodo più coloristico e impressionistico, passando per un momento quasi futurista per arrivare poi al periodo più importante, quello del cubismo analitico. Carlo portò a Napoli l’esperienza di Braque e Picasso che scoprì in Europa. In particolare c’è una tela di proprietà di Intesa San Paolo che si intitola “Tempio Sommerso”, ed è un’opera per me molto significativa perché venne ispirata da “La cattedrale sommersa” di Claude Debussy, un favoloso pezzo musicale cui si rifà questa tela molto grande e piena di significati.
Federico Romanelli Montarsolo è il curatore della mostra “Note di colore. Carlo Montarsolo alla Reggia di Portici”
La pittura e la musica, dicevamo. Due arti che nella famiglia Montarsolo sono sempre state legate a doppio filo, visto che il fratello di Carlo, Paolo (Napoli 1925 – Roma, 2006), era un famoso basso lirico.
I fratelli Montarsolo hanno la peculiarità di essersi ispirati a vicenda. Mio padre teneva sempre a raccontarmi questo aspetto della loro fratellanza, che portò tanti critici a definirli “fratelli intercambiabili” in quanto Carlo cantava ancor prima di dipingere e di diventare il grande artista che è diventato; d’altro canto suo fratello Paolo (celebre basso lirico) prima ancora di cantare disegnava. Il legame che Carlo ebbe con la musica è rappresentato dal periodo centrale di produzione, che si colloca all’inizio degli anni 60, quando dipingeva la musica, trasformava in suoni i suoi colori. Fu un periodo felicissimo in cui vennero rappresentate opere di natura musicale aventi le firme di grandi geni della musica (come Beethoven e Mozart). Credo che la musicalità della pittura di Carlo Montersolo sia una chiave molto interessante di riscoperta delle sue opere.
Le opere dell’artista Carlo Montarsolo in mostra alla Reggia di Portici fino al 31 gennaio. Il vernissage è l’8 dicembre.
Evento nell’evento è il reading teatrale legato al vernissage della mostra, intitolato “Note di colore. L’arte dei fratelli Montarsolo”. Si tratta di uno spettacolo interdisciplinare che vuole raccontare la vicenda artistica di Carlo e Paolo usando la musica, il canto, la pittura e la narrazione. Ideatori del progetto sono Federico Romanelli Montarsolo e Alessandra Valente.
“Il reading è in realtà uno spettacolo che raggruppa vari tipi di arti (la musica, la pittura, la scrittura) ed è composto di varie sezioni” ci spiega Valente. “C’è una parte scritta raccontata da un narratore, che descrive le tre tappe professionali di questi fratelli, innanzitutto l’infanzia e la maturazione, poi la loro esplosione come artisti sia in Italia che all’estero (dove erano molto noti) e la parte relativa al ritorno alle origini, a Napoli. Interessante è l’approfondimento del rapporto che Carlo e Paolo Montarsolo avevano con la trasmissione dell’arte perché entrambi sono stati anche maestri. La narrazione del percorso artistico dei fratelli è sottolineata anche dai video di Paolo (un celebre e importante basso buffo della lirica) e dalle opere di Carlo, che sono state filmate e vengono accompagnate da arie liriche e da musica al pianoforte. Le vite dei fratelli Montarsolo vengono descritte anche attraverso interviste a critici e studiosi, e ci sono dei cantanti che interpretano grandi arie della lirica e sembrano esibirsi all’unisono con Paolo, ritratto nelle immagini dei video.
La scintilla per la realizzazione del reading si è accesa in Federico Montarsolo, come ci spiega Alessandra Valente: “L’intuizione iniziale è venuta da Federico, col quale abbiamo subito cominciato a condividere le idee. Mi ha parlato della sua infanzia, mi ha regalato molti ricordi legati al padre e allo zio. Abbiamo condiviso le lettere, le interviste, i diari, quindi mi sono fatta un’idea di chi potessero essere veramente questi due fratelli. Mi sono appassionata moltissimo, da subito, perché ho avuto modo di conoscere approfonditamente la storia di questi due artisti, e mi ha colpito il loro forte sentimento di fratellanza”.
“Ho avuto la fortuna di vivere molto a contatto sia con mio padre che con mio zio, due fratelli che dalla Campania hanno portato la loro esperienza artistica in tutto il mondo” aggiunge Montarsolo. “Una cosa che mi ha colpito dai loro racconti è che riuscivano spesso, nello stesso momento, a essere l’uno artefice di bellissime mostre e conferenza sull’arte moderna, l’altro il protagonista di grandi opere liriche come “Don Pasquale”, “Cenerentola”, “Il Barbiere di Siviglia”, negli stessi luoghi del mondo. Ciò avvenne per la prima volta a Santiago nel 1978, e leggere questo racconto del settimanale Mercurio di Santiago del Cile, a tanti anni di distanza, mi ha ispirato il voler raccontare questa vicenda artistica di due grandi protagonisti del 900, uno pittore l’altro cantante e attore lirico importante.
Federico Montarsolo e Alessandra Valente sono i creatori del reading teatrale “Note di colore. L’arte dei fratelli Montarsolo”.
Come narratore del reading, è stato scelto Peppe Servillo, cantante, attore, compositore, sceneggiatore, leader degli Avion Travel.
“L’idea di coinvolgere Servillo è stata un’intuizione” confessa Federico Montarsolo. “Sapevo che Peppe con il fratello Toni (anche in questo caso artisti fratelli di origine napoletana) aveva portato in scena uno spettacolo molto simile al nostro intitolato “La parola canta”. Leggendo del grande successo ottenuto dai fratelli Servillo, ho pensato Peppe che potesse essere il narratore perfetto! Il fatto che abbia accettato il nostro invito, ci ha riempito di gioia, e così a due anni dalla sua prima apparizione al Teatro Torlonia di Roma, e dopo essere passato anche all’Istituto Italiano di cultura di San Francisco, lo spettacolo “Note di colore” arriva anche a Portici, nel naturale scenario napoletano e vesuviano”.
Peppe Servillo è il protagonista del reading teatrale creato per il vernissage della mostra
“Note di colore. L’arte dei fratelli Montarsolo” va in scena in anteprima per la seconda sessione di MozArt Box 2018, rassegna di musica e spettacolo inaugurata a settembre, con la direzione artistica di Stefano Valanzuolo.
“Mozart Box fu inaugurata nel 2005 ed ebbe come primo ospite importante proprio Paolo Montarsolo, che stava tornando nella sua città, fu premiato e tenne una master class in quei giorni” ci racconta Valanzuolo. “Con questa iniziativa c’è l’idea di tornare al primo protagonista della manifestazione. La nostra non è una kermesse monografica; di Mozart prende il nome perchè è stato forse il visitatore più illustre di Portici (nel 1770 fu a Napoli e passò diverse giornate a Portici, all’epoca residenza estiva dei reali, nella cui cappella reale c’è ancora oggi un organo positivo del 1740 sul quale Mozart avrebbe suonato). Mozart è in qualche modo il testimonial di un modo di intendere l’arte molto trasversale, con un’apertura mentale molto gratificante, che è ciò che tenta di fare anche la nostra manifestazione.
L’appuntamento è per domani, sabato 8 dicembre, alla Reggia di Portici.