Shock nel mondo economico e industriale. La direttrice finanziaria del colosso cinese dei telefonini Huawei Technologies, Meng Wanzhou, è stata arrestata in Canada. A renderlo noto il dipartimento di giustizia canadese. Venerdì 7 dicembre è prevista l’udienza in cui il giudice deciderà se rilasciarla su cauzione. La manager, 41 anni, destinata a succedere al padre Ren Zhengfei, è stata arrestata su richiesta degli Usa, che intendono chiedere l’estradizione. Il sospetto è che la figlia del fondatore abbia violato le sanzioni degli Stati Uniti contro l’Iran.
Intanto la Cina ha chiesto al Canada di rilasciare il capo dell’ufficio finanziario. Il caso è destinato ad aumentare le tensioni tra Pechino e Washington in campo tecnologico, dopo la recente tregua sui dazi. Huawei, uno dei più grandi produttori cinesi di telefonini, è finita nel mirino delle autorità americane per timori legati alla sicurezza: l’acquisto e l’uso di telefonini del marchio è stato vietato nelle agenzie governative. Anche in Italia la presenza del colosso cinese desta preoccupazione, il Copasir se ne sta occupando.
Per la Cina è in corso “una seria violazione dei diritti umani”. “Non siamo a conoscenza di alcun illecito commesso dalla direttrice finanziaria” ha dichiarato il colosso della telefonia che insiste sul fatto che Pechino non ha alcuna influenza sulla compagnia. L’arresto è avvenuto il 1° dicembre, lo stesso giorno in cui il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e quello cinese Xi Jinping hanno avviato le trattative commerciali, durante un vertice in Argentina, che si concluderanno entro 90 giorni.
Huawei non è la prima azienda cinese di apparecchiature di telecomunicazione ad affrontare le ire delle autorità statunitensi. Già ad aprile 2018, gli Stati Uniti avevano imposto il cosiddetto Zte ban, cioè il divieto per le aziende americane, della durata di 7 anni, di vendere componenti al produttore di smartphone cinese, dopo che questo aveva violato le sanzioni commerciali contro Iran e Corea del Nord. Un blocco che ha fermato l’azienda e che è poi cessato a maggio, dopo che la società ha accettato di pagare 1 miliardo di dollari di multa e di depositare ulteriori 400 milioni in garanzia, in caso di future violazioni. Nonostante sia stato praticamente escluso dal mercato degli Stati Uniti, Huawei ha superato Apple diventando il secondo produttore mondiale di smartphone nel secondo trimestre di quest’anno.
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