È sempre più alta la tensione tra Mosca e Kiev. L’Ucraina, dove è in vigore da alcuni giorni la legge marziale, ha vietato a tutti gli uomini russi tra i 16 e i 60 anni l’ingresso nel Paese. Lo ha reso noto via Twitter il presidente ucraino Petro Poroshenko. Le restrizioni, sottolinea, sono state decise per impedire ai russi di formare distaccamenti di “eserciti privati” che rispondano alle forze armate russe.
Dura la replica di Mosca. “L’Ucraina potrebbe sprofondare nella guerra civile“, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova esprimendo preoccupazione per l’introduzione della legge marziale. “Alle forze dell’ordine ucraine sono stati concessi poteri straordinari, incluso l’uso della forza senza l’autorizzazione dei tribunali o dei pm, e questo pone seri rischi”, ha detto Zakharova, citata dalla Tass.
Come se non bastasse, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha scritto su Twitter di aver cancellato l’incontro con i leader del Cremlino Vladimir Putin a causa della crisi in Ucraina. “Visto che le navi e i marinai ucraini non sono stati riconsegnati dalla Russia ho deciso che la cosa migliore per tutti è cancellare l’incontro in Argentina precedentemente programmato con il presidente Vladimir Putin”, scrive Trump, auspicando che l’atteso summit si possa svolgere appena risolta la questione ucraina. Se non ci sarà il vertice tra Putin e Trump a margine del G20, il presidente russo “avrà un paio di ore in più per incontri utili”: commenta il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, citato dalle agenzie russe.
Lo scorso 25 novembre, domenica, si è verificato un “casus belli” da cui è scaturita l’attuale nuova crisi fra Ucraina e Russia. Tre unità militari ucraine trainate da un rimorchiatore hanno cercato di attraversare lo stretto di Kerch, che divide il Mare di Azov dal Mar Nero. Si tratta di un passaggio strategico, occupato dalle forze russe che hanno invaso la Crimea e che divide in due le zone costiere ucraine. I russi sostengono che il movimento della flottiglia non era stato comunicato alle autorità che gestiscono il traffico navale nello Stretto. La Marina di Mosca è intervenuta, sbarrando la strada agli ucraini: c’è stato lo speronamento del rimorchiatore, poi i russi avrebbero fatto fuoco causando almeno due feriti. Sono comparsi anche cacciabombardieri, finché le motovedette non si sono fermate: i russi le hanno sottoposte a sequestro assieme ai marinai che erano a bordo.
Di ieri, 29 novembre, un altro motivo di tensione. Secondo il governo ucraino, la Russia avrebbe bloccato l’accesso a due porti ucraini del Mare d’Azov, Berdyansk e Mariupol, e alle navi viene impedito di partire e di entrare. Sarebbero state fermate 35 navi. “L’obiettivo è semplice: bloccando l’accesso ai porti ucraini nel Mare d’Azov la Russia spera di cacciarci dal nostro territorio”, dicono gli ucraini. Il Cremlino ha tuttavia smentito: “Non sono al corrente di alcuna limitazione all’accesso dei porti ucraini nel mar d’Azov. Al contrario, sappiamo che lo stretto di Kerch opera in regime normale. Ma a volte, per motivi meteorologici, il porto di Kerch, che svolge funzione amministrativa, prende decisioni per regolare la navigazione”, ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov.
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