La Corte europea dei diritti dell’uomo si è riunita a Strasburgo per emettere la sentenza definitiva sul ricorso presentato da Silvio Berlusconi contro la legge Severino. E non l’ha emessa. Come chiesto dal leader di Forza Italia, la Corte ha deciso di chiudere il suo ricorso contro il modo in cui gli è stata applicata la legge che lo fece decadere da senatore, senza una sentenza. Quindi senza dire se i diritti dell’ex premier sono stati violati o no.
In sostanza sono state accolte le istanze dei legali di Forza Italia che avevano ritirato il ricorso dopo aver ottenuto in Italia (l’11 maggio scorso) la riabilitazione da parte del Tribunale di sorveglianza di Milano (la pena si era definitivamente estinta l’8 marzo) Ora l’ex premier ha recuperato la piena agibilità politica e può ricandidarsi in qualsiasi momento alle elezioni.
Quella normativa, che porta il nome dell’allora ministra della Giustizia del Governo Monti, Paola Severino, aveva consentito di “defenestrare” l’ex premier e leader di Forza Italia dal Senato, il 27 novembre del 2013, tramite il procedimento di decadenza. Faceva seguito alla condanna a 3 anni (scontati ai servizi sociali) inflitta al capo di Forza Italia in Cassazione per frode fiscale nel processo Mediaset.
“Sarà la grande rivincita o Silvio dovrà subire un altro colpo alla sua immagine?”, si sono chiesti ripetutamente in queste ore in tanti tra gli azzurri. Secondo i rumors di Palazzo, citati dal sito dell’agenzia Adnkronos, gli avvocati dell’ex premier erano fiduciosi ma come sempre capita in questi casi invitavano alla cautela. C’è chi, però, ha considerato il ritiro del provvedimento controproducente, una sorta di resa, anzi; la prova che Berlusconi temesse un serio danno di immagine qualora Strasburgo gli avesse dato torto.
La “decadenza” del Cav è una vicenda che parte da lontano. Tutto inizia il 27 novembre 2013, quando l’Aula del Senato dichiara “fuori” il presidente di Fi dopo la condanna nel processo Mediaset. Il voto arriva alle 17.43 quando 192 parlamentari respingono 9 ordini del giorno finalizzati a ‘salvare’ l’ex premier. A favore della decadenza si esprimono Pd, M5S, Sel e Scelta civica; contrari Forza Italia, Gal, Nuovo centrodestra e Lega. Tramite i suoi legali, due mesi prima, il 10 settembre 2013, Berlusconi aveva presentato il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo per contestare l’applicazione retroattiva della Severino. Quattro anni dopo, il 22 novembre del 2017, mentre la legislatura è alle battute finali e mancano pochi mesi alla politiche, in un’aula strapiena soprattutto di stampa e tv, si celebra a Strasburgo l’udienza storica della “Grande Camera” dedicata al caso Berlusconi. La legge Severino prende il nome dall’ex Guardasigilli del governo Monti, Paolo Severino e si tratta della legge numero 190 del 6 novembre 2012.
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