Il sindaco di Roma, Virginia Raggi, è stata assolta. Il pm Paolo Ielo aveva chiesto 10 mesi per il reato di falso in atto pubblico sulle nomine in Campidoglio. La sindaca di Roma è scoppiata in un pianto liberatorio e ha abbracciato tra gli applausi i suoi avvocati. Così ha accolto la sentenza di assoluzione nel processo sulla nomina di Renato Marra con l’accusa di falso. Il giudice Roberto Ranazzi, durante la lettura della sentenza di assoluzione, ha detto che “il falso del quale Raggi era accusata non costituisce reato”. Dopo l’emozione per essere stata assolta, la sindaca ha stretto la mano al giudice Roberto Ranazzi e al pm Francesco dall’Olio. “Questa sentenza – le prime parole di Raggi – spazza via due anni di fango. Andiamo avanti a testa alta per Roma, la mia amata città, e per tutti i cittadini”.
La Procura di Roma aveva chiesto dieci mesi di reclusione per Virginia Raggi. Il sindaco di Roma è imputato per falso nell’ambito del processo sulla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio. “Ci sono molti elementi per una condanna – ha spiegato il procuratore aggiunto Paolo Ielo -. Non c’è mai stato un processo per falso con una mole di prove così evidenti”.
Intanto il blog delle dei Cinque Stelle pubblica le precisazioni sul Codice etico del Movimento: “In riferimento alle notizie di stampa secondo cui ieri il procuratore aggiunto Paolo Ielo, nel corso del dibattimento per il processo che vede coinvolta Virginia Raggi, ha sostenuto che l’ipotetico falso sarebbe stato da quest’ultima commesso perché ‘in base al Codice etico allora vigente nel MoVimento 5 Stelle avrebbe dovuto dimettersi’ nel caso di iscrizione nel registro degli indagati, si precisa che: non esiste un Codice etico antecedente a quello attuale; esiste, invece, un Codice di comportamento per i candidati eletti del MoVimento 5 Stelle alle elezioni amministrative di Roma del 2016.
L’articolo 9 di tale Codice prevedeva al capo A l’obbligo per il sindaco di dimettersi ‘se, durante il mandato sarà condannato in sede penale, anche solo in primo grado’ o ‘l’impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al MoVimento 5 Stelle, mediante consultazione in rete, ovvero i garanti del movimento decidano per tale soluzione‘. Pertanto non esisteva alcun automatismo ma un meccanismo che comportava una valutazione caso per caso. A conferma di quanto sopra, la stessa sindaca ha correttamente ricordato i casi dei sindaci Federico Pizzarotti e Filippo Nogarin i quali, a seguito della loro iscrizione nel registro degli indagati per due differenti eventi, non si sono dimessi e non hanno subito alcun procedimento disciplinare per tale motivo. Si precisa che il sindaco Pizzarotti è stato sospeso per non aver dato comunicazione del procedimento di cui era a conoscenza da vari mesi e non già per il procedimento in sé. La stessa Virginia Raggi, pure indagata nel luglio 2016 dalla procura di Roma (procedimento immediatamente archiviato), non ha subito alcun procedimento disciplinare”.
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