AGGIORNAMENTO SABATO 10 NOVEMBRE ORE 11: – È l’italiano Sisto Malaspina, 74 anni, noto ristoratore di Melbourne, la vittima dell’accoltellamento. L’Isis, tramite la sua agenzia Amaq, ha rivendicato l’attacco. L’attore e regista Russell Crowe ha espresso il suo dolore per la morte di Malaspina che conosceva bene: “Sisto, il mio cuore si spezza… (in italiano) – ha scritto Crowe su Twitter -. Vado da Pellegrini’s dal 1987. Non sono mai stato a Melbourne senza visitare il mio Sisto. Sul muro ci sono gli adesivi ed i berretti di South Sydney. Il mio dolce e leale amico, accoltellato in strada da un pazzo. Così triste (in italiano)“.
Terrore a Melbourne, in Australia, oggi 9 novembre: un uomo ha dato fuoco alla propria auto e poi ha pugnalato tre persone nel centro della città, uccidendone una. L’intervento della polizia è stato rapido e l’aggressore è stato fermato dopo essere stato ferito al petto da un colpo sparato dagli agenti.
“I feriti sono in condizioni critiche”, è stato spiegato dalle autorità. L’incendio è stato provocato da un ordigno esplosivo gettato dall’arrestato all’interno del proprio pick-up. Prima di sferrare l’attacco e provocare il rogo, l’aggressore aveva lanciato il suo pick-up contro un centro commerciale. Le forze dell’ordine, che hanno escluso qualunque legame col terrorismo, hanno chiesto ai cittadini di evitare la zona di Bourke Street. I vigili del fuoco hanno comunicato di aver domato l’incendio in una decina di minuti. Gli artificieri sono stati allertati e hanno isolato l’area. Non si cercano complici. Su Twitter diversi testimoni hanno raccontato ciò che hanno visto: “Un ragazzo ha dato fuoco alla sua auto e poi aver attaccato la polizia con un coltello. Gli agenti sono stati pronti e l’hanno sopraffatto. Abbiamo sentito almeno uno sparo inizialmente”. I paramedici hanno comunicato di aver curato tre persone, di cui una per una ferita al collo.
L’attacco di oggi a Melbourne non è come detto, considerato dalla polizia e dalle autorità australiane come atto di terrorismo. Tuttavia non sfugge agli osservatori che da tempo il continente australiano è nel mirino del terrore, come sottolinea sul sito del Giornale aAurora Vigne. Dal Paese, durante gli ultimi anni, sono infatti partiti un centinaio di foreign fighter per unirsi all’Isis in Siria e 15 di loro sono morti in combattimento. Con la sconfitta dello Stato Islamico in Siria e Iraq, diversi di loro sono già rientrare nel Down Under. Negli ultimi anni l’Australia è stata vittima di diversi attacchi di matrice islamista. Il 23 settembre del 2014, un 18enne simpatizzante dell’Isis accoltella due agenti dell’anti-terrorismo prima di essere ucciso. A dicembre dello stesso anno, invece, un estremista di origine iraniana armato fa irruzione in una caffetteria di Sydney. Dopo un assedio di 16 ore, viene ucciso nel blitz della polizia. Muoiono anche due ostaggi.
A ottobre del 2015, un 15enne uccide un contabile a Sidney. Nell’ambito dell’indagine la polizia arresta poi 5 persone per terrorismo. A settembre dell’anno scorso, un 22enne ispirato dall’Isis accoltella e ferisce un uomo a Sydney. Significativi anche gli arresti a dicembre del 2016 di 7 ventenni che preparavano un attentato a Melbourne simile a quello di Parigi nel 2015. Ad aprile di quest’anno, due adolescenti accoltellano i passanti a Queanbeyan, nel New South Wales, facendo un morto e tre feriti. A giugno, invece, un 29enne jihadista assalta un complesso residenziale alla periferia di Melbourne, uccidendo una donna. La polizia lo uccide dopo un assedio in cui spara a tre agenti. Il 30 luglio scorso, 4 uomini arrestati a Sydney, preparavano un attentato su un aereo Etihad in partenza per il Medio Oriente. Appena tre mesi fa, il capo dell’antiterrorismo per Sydney e il New South Wales, Mark Murdoch, aveva avvertito che “un grande attentato” sul suolo australiano “è inevitabile”.
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