Il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, scarica la sindaca di Roma Virginia Raggi. Alla vigilia della sentenza (dovrebbe arrivare domani 10 novembre) contro la sindaca, imputata per il reato di falso in relazione alla nomina di Renato Marra alla direzione del dipartimento Turismo del Campidoglio, Di Maio spara a zero: “Per quanto riguarda il sindaco di Roma, io non conosco l’esito del processo ma il nostro codice di comportamento parla chiaro e lo conoscete”. Le parole del vicepremier pentastellato sono state pronunciate, oggi 9 novembre, in risposta ai cronisti alla sde della Stampa estera a Roma, secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa.
IL CODICE ETICO DEL MOVIMENTO
La questione è scottante politicamente parlando. Il M5S ha codice etico interno secondo cui, in caso di indagine penale a carico di un esponente del Movimento, scatta la sua ineleggibilità o, se già eletto, le dimissioni. In questo caso la situazione si aggraverebbe ancor di più qualora la sindaca di Roma fosse condannata dal Tribunale. Oggi 9 novembre sarà sentito l’ex capo di gabinetto del Comune, Carla Raineri la parola passerà al pm per la requisitoria. Secondo programma toccherà poi alla difesa. In aula, oltre alla sindaca che ha assistito a tutte le udienze, sono presenti anche il capogruppo M5s in Campidoglio Giuliano Pacetti. I consiglieri comunali Pietro Calabrese e Angelo Sturni.
L’ATTO DI ACCUSA DI CARLA RAINERI
“Raffaele Marra non aveva nessuna delega, era formalmente il vice capo di gabinetto ma era il consigliere privilegiato del sindaco”. È quanto ha affermato l’ex capo di gabinetto del Comune di Roma, Carla Raineri, sentita come testimone nel processo che vede imputata la sindaca Virginia Raggi per falso in relazione alla nomina di Renato Marra (fratello di Raffaele) a capo della direzione turismo. Marra e Salvatore Romeo, il primo vice capo di gabinetto, il secondo capo della segreteria politica nell’agosto del 2016 “si comportavano in maniera autoreferenziale e arrogante, Marra almeno manteneva sempre un bon ton istituzionale, mentre Romeo era arrogante e maleducato”.
RIUNIONI IN 3 A PORTE CHIUSE
E ancora: “stavano in tre in una stanza a porte chiuse, per riunioni inaccessibili a tutti se non all’allora vice sindaco Daniele Frongia. Marra aveva un fortissimo ascendente sulla sindaca. Erano stati coniati vari epiteti per Marra, eminenza grigia, Richelieu, sottolineando la debolezza della sindaca come quella della zarina ai tempi di Rasputin. Chiunque si fosse messo di traverso rispetto alle loro ambizioni faceva una brutta fine. Penso a me, quando dissi che intendevo sostituire Marra con un generale dei Carabinieri nel ruolo di vice capo di gabinetto da lì a poco la sindaca si fece venire dubbi sulla mia nomina”.
DURISSIMO IL PM PAOLO IELO
Secondo la Procura di Roma la sindaca Virginia Raggi “mentì alla responsabile dell’Anticorruzione del Campidoglio nel dicembre del 2016” perché se avesse detto che la nomina di Renato Marra era stata gestita dal fratello Raffaele, sarebbe incorsa in un’inchiesta e “in base al codice etico allora vigente negli M5S, avrebbe dovuto dimettersi”. Così in aula il procuratore aggiunto Paolo Ielo che ha chiesto alla corte l’acquisizione del codice etico M5S vigente nel 2016.
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