Quasi una resa dei conti. Salvatore Mannino, 52 anni, lo smemorato di Lajatico (Pi), come è stato ribattezzato, rischia ora di avere la famiglia contro. Sandra Bocelli, 75 anni, la “terribile” suocera per sfuggire alla quale l’uomo avrebbe finto di aver perso la memoria, fuggendo a Edinburgo, in Scozia, e restandovi per 40 giorni, adesso contrattacca. Secondo il tabloid inglese Daily Mail, la madre della moglie non si riconoscere affatto nella “strega” dipinta dall’uomo e avrebbe riferito che hanno sofferto e “pianto per giorni” durante la “scomparsa” (volontaria) di Mannino.
“Non capisco la ragione della sua fuga – avrebbe confidato la signora Sandra ai conoscenti, secondo quanto riporta il Corriere della Sera -, sono davvero arrabbiata e sorpresa, ma mi sento a posto con la coscienza: mia figlia Francesca e i miei nipoti sono le uniche vittime” di questa vicenda dai contorni surreali. Ora, al ritorno del genero ingrato, è chiaro che non ci sarà più spazio per tutti dentro le stesse mura. “Rispetterò qualsiasi decisione prenderà mia figlia, se riaccettarlo o meno” dice la donna, che avrebbe investito circa 280 mila euro – tutti i suoi risparmi – per contribuire a comprare l’azienda e l’abitazione in cui Mannino risiede. Lui sarà dimesso a giorni dal reparto di psichiatria del Policlinico di Pisa, dov’è tuttora ricoverato dal 23 ottobre e dove ha confessato ai medici la messinscena dell’amnesia.
“Sandra può essere a volte un po’ scontrosa, ha un carattere forte e dice quello che pensa – comunica al Daily Mail il suo avvocato, Ivo Gronchi – ma ha sempre dato e fatto tutto per la famiglia“. Fino ad andare a vivere con loro nel piccolo centro, rinunciando alla sua vita: “Aveva i suoi appartamenti a Pisa, amava andare a teatro – spiega il legale -, ma quando Francesca, cinque anni fa, è rimasta incinta del quarto figlio si è trasferita per aiutarli coi bambini”. “Salvo non era mai a casa – svela il cugino, Antonio Falossi -. Si alzava ogni giorno alle 5 del mattino per aprire il centro commerciale, a 80 chilometri di distanza, e tornava la sera tardi: lavorava sempre, chiudeva solo 5 giorni l’anno”. Le cose, paradossalmente, sono peggiorate quando Mannino ha aperto una nuova attività di servizi sanitari, la 4Service, cominciando a passare più tempo in casa: “Si lamentava che la suocera interferiva nelle faccende familiari, ma in realtà lui non ha fatto mai nulla per dare un mano in casa – aggiunge Gronchi -. Quando c’era si piazzava sul divano a guardare la tv, e così hanno iniziato a discutere, soprattutto sull’educazione dei bambini”.
Da un parte la gioia d’aver ritrovato un marito e un genitore, che non li ha dimenticati e si ricorda benissimo di loro; dall’altra lo sconcerto e la delusione per un comportamento assurdo e inspiegabile: “Nessuno riesce a ancora a credere a quello che è successo – ammette l’avvocato -. La figlia maggiore Marta ha detto che non vuole più vederlo, ma in questo momento sono tutti molto confusi: le loro emozioni passano continuamente dalla felicità, alla rabbia, alla tristezza”. Ad attenderlo, una volta uscito dall’ospedale, non ci sarà solo la resa dei conti con i propri cari ma anche l’indagine della polizia italiana, che l’accusa di violazione degli obblighi di assistenza familiare.
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