Avanti sulla Tap in Puglia, dice Conte. Salvini esulta. Ira del movimento contro il gasdotto. La decisione di proseguire i lavori della tanto avversata Tap (dai Cinque Stelle) è stata comunicata ai sindaci pugliesi dal premier Giuseppe Conte, il quale ha evidenziato che “l’interruzione dell’opera comporterebbe costi insostenibili”. Sul gasdotto – sottolinea Conte – “abbiamo fatto tutto quello che potevamo, non lasciando nulla di intentato. Ora però è arrivato il momento di operare le scelte necessarie e di metterci la faccia. Prometto un’attenzione speciale alle comunità locali perché meritano tutto il sostegno da parte del Governo”.
Esulta il vicepremier Matteo Salvini: “Avere l’energia che costerà meno a famiglie e imprese è fondamentale, quindi avanti coi lavori”, dice. Ma c’è l’ira dei No Tap. “Una perdita di tempo, una presa in giro per calmare gli animi”, dice Gianluca Maggiore, leader del movimento No Tap, dopo l’annuncio del premier Conte sul via libera al gasdotto Tap in Salento. “È chiaro – dice – che la nostra battaglia continuerà, come è chiaro che tutti i portavoce locali del M5S che hanno fatto campagna elettorale qui e che sono diventati addirittura ministri grazie ai voti del popolo del movimento No Tap, si devono dimettere adesso“.
“In data odierna (ieri 26 ottobre, ndr.) – aveva fatto sapere in precedenza il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – ho trasmesso al premier Giuseppe Conte le valutazioni di legittimità svolte dal Ministero dell’Ambiente sulla Valutazione di impatto ambientale rilasciata dallo scorso governo sul progetto Tap… Anche nei punti contestati non sono emersi profili di illegittimità, indipendentemente dal merito, in quanto la Commissione Via – unico soggetto titolato a pronunciarsi – ha ritenuto ottemperate le prescrizioni”. “La valutazione fatta dal Ministero dell’Ambiente esula dal mio pensiero personale e dal mio convincimento politico, se l’opera sia giusta o no – ha spiegato Costa -. Ma nella fase attuale ogni valutazione da parte del Ministero deve essere fatta solo ed esclusivamente sulla base del principio della legittimità degli atti e non sul merito tecnico dei medesimi, in quanto non consentita dall’Ordinamento”.
“Il lavoro è durato ininterrottamente per più giorni – prosegue Costa -, durante i quali sono state esaminate oltre mille pagine di documenti e c’è stata anche una nuova interlocuzione con Ispra su alcuni aspetti delle varie fasi della procedura. È bene sottolineare che parliamo di un procedimento già autorizzato e concluso nel 2014, su cui si è espresso il Consiglio di Stato con sentenza 1392 del 27 marzo 2017, confermandone definitivamente la legittimità”. “Tuttavia, come è stato detto, abbiamo ascoltato tutte le osservazioni provenienti dal territorio, sia dai portavoce del Movimento 5 Stelle sia dal comune di Melendugno – prosegue Costa -. Abbiamo valutato se tutte le autorizzazioni fossero state emesse a norma di legge”.
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