L’imprenditore italiano Salvatore Mannino, 52 anni, ha fatto ritorno a casa sua, in Toscana. Era stato ritrovato svenuto a Edinburgo in Scozia, lo scorso 17 ottobre, a 2200 km di distanza da casa, dopo un mese di ricerche dalla sua scomparsa. L’uomo, del tutto dimentico di se stesso e della sua famiglia, al punto da non pronunciare nemmeno più una parola di italiano, appariva completamente smarrito. Lo avevano cercato perfino i cronisti segugi della trasmissione Rai Chi l’ha visto? e il mistero della sua apparente amnesia dissociativa non si era dissipato nemmeno dopo il ricovero e gli esami clinici. Ma oggi 25 ottobre, che è tornato a Lajatico vicino Pisa (il paese del tenore Andrea Bocelli) ed è accudito dalla moglie, è finito anche sul registro degli indagati.
Cosa è successo? Perché i magistrati sospettano di lui e lo accusano di simulazione di reato? A medici e psichiatri qualcosa non quadra. Sospettano che l’uomo abbia finto, e in effetti un biglietto di scuse scritto in uno strano codice numerico da decifrare, e comparso durante le ricerche, potrebbe assumere un significato meno enigmatico. Da diverse indiscrezioni risulterebbe che sulla cronologia online del suo pc sia spuntata una ricerca compromettente: “come simulare di aver perso la memoria”. E gli inquirenti ora lo accusano di simulazione di reato.
Intanto Mannino continua a esprimersi in un inglese scolastico, continua a non riconoscere la moglie e i quattro figli. A Edinburgo non è stato riscontrato alcun trauma cranico, i referti si limitano ad evocare un evento dissociativo. È possibile che l’uomo abbia premeditato una scomparsa dal mondo? Sul Corriere della Sera Marco Gasperetti affaccia l’ipotesi di una pista cinese. Mannino, prima di aprire una società di servizi infermieristici, aveva diretto un supermercato Pam nella cuore della Chinatown di Prato: qui, ottenere una nuova identità e far sparire nel nulla quella vecchia non è un problema.
Salvatore Mannino era svanito nel nulla da Lajatico (Pisa), il 19 settembre scorso, dopo avere accompagnato uno dei suoi figli a scuola, ed è stato, come detto, ritrovato quasi un mese dopo, lo scorso 17 ottobre. La moglie di Mannino aveva subito raggiunto, la settimana scorsa, l’ospedale della capitale scozzese, dove l’uomo era rimasto ricoverato per alcune settimane ma dove è stato compiutamente identificato solo pochi giorni fa. La donna, resasi conto della gravità della situazione, ha cercato di aiutare il marito a recuperare la memoria. Mannino non riusciva apparentemente neppure a parlare in italiano e pronunciava soltanto qualche frase in un inglese scolastico, senza riuscire a spiegare che cosa gli fosse accaduto e come avesse raggiunto la Scozia. Addirittura non era riuscito a riconoscere nemmeno la moglie e il figlio più grande, volati a Edimburgo al suo capezzale. “Era come se i suoi familiari più stretti fossero delle persone totalmente estranee per lui”, aveva spiegato l’avvocato di famiglia. Prima di scomparire di casa, Mannino aveva lasciato un biglietto con un messaggio in un codice numerico, che, decodificato dal figlio, significherebbe: “Perdonami scusa”. Era probabilmente destinato alla moglie. Adesso però Mannino è chiamato a chiarire davvero tutto. E per giunta davanti ai magistrati che vogliono vederci chiaro fino in fondo.
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