“Dovremmo togliere i poteri al capo dello Stato, dovremmo riformarlo“. Duro attacco di Beppe Grillo al presidente della Repubblica nel corso dell’ultima giornata, domenica 21 ottobre, di Italia a 5 stelle al Circo Massimo a Roma. Lo riporta il sito web dell’Ansa. “Il vilipendio… un capo dello Stato che presiede il Csm, capo delle forze armate. Non è più in sintonia col nostro modo di pensare” ha detto Grillo parlando della vicenda in cui è stato accusato di vilipendio. E Grillo a suo modo rende omaggio a Salvini che è “uno che dice una cosa e la mantiene. L’etica della politica è la lealtà, e oggi è un miracolo della politica. Poi siamo strutturalmente come Dna diversi”.
Le agenzie di rating? “Non ho più paura di nessuno e tantomeno di questi malati” ha detto Grillo in un lungo discorso al circo Massimo dove ha attaccato le agenzie internazionali di rating. “Con il debito ci sono due significati il debito e la colpa. Io non mi sento in colpa, il debito non deve creare una colpa, perché se dovesse creare una colpa la Germania nel 1953 doveva pagare e invece non ha pagato” precisa il fondatore del Movimento. Grillo chiude il suo show, lungo come non si vedeva da tempo, con il suo solito brano blues. E saluta la platea facendo ancora riferimento alla galera – in cui dovrebbero andare i rivoluzionari, aveva scherzato poco prima – al caso di vilipendio in cui è coinvolto: “una promessa ve la faccio, se mi arrestano sarò più forte di prima”.
La presa di distanza, però, è arrivata dallo stesso M5s. In merito alle parole di Beppe Grillo sul Capo dello Stato, dal Movimento precisano che né le forze di maggioranza né il governo intendono riformare i poteri del Presidente della Repubblica. Tale proposito non è infatti presente nel contratto di governo. Si fa inoltre notare che Grillo non riveste ruoli istituzionali. Dal Movimento ribadiscono piena fiducia nel ruolo di Garante della Costituzione del Presidente Mattarella.
Fonti di palazzo Chigi non rilasciano commenti sulle parole di Beppe Grillo sul Quirinale ma dal governo ricordano che nel contratto dell’esecutivo non c’è alcuna riforma dei poteri del capo dello Stato. “Il comico miliardario prenda in giro chi vuole, non c’è alcun problema a farsi due risate al circo di domenica, ma lasci stare la Costituzione e il ruolo di garanzia del Quirinale. Il Capo dello Stato non si tocca caro Grillo”. Così il segretario del Pd Maurizio Martina. “L’attacco ai poteri del Capo dello Stato è un grande classico di chi non ha niente da dire -dice Mara Carfagna vicepresidente della Camera e deputata di Forza Italia -. Pensare di poter intimidire Sergio Mattarella è l’ennesimo errore politico del Movimento 5 Stelle, che ha un atteggiamento sempre più anti-italiano. Capiamo l’esigenza di Beppe Grillo di dover parlare d’altro dal momento che dal condono alla Tap, il governo di cui è azionista di maggioranza non è riuscito a mantenere la parola data su un solo tema”.
Photo credits: Twitter