Matteo Salvini reagisce a Luigi Di Maio. E alle sue affermazioni shock circa la “manina” tecnica o politica che avrebbe modificato il testo del decreto fiscale, collegato alla manovra. Al fine di inserire norme sul condono e lo scudo fiscale per i capitali all’estero prima di inviarlo al Quirinale. Luigi Di Maio punta il dito, implicitamente, sui tecnici del Mef e anche sulla Lega. Da Bruno Vespa, a Porta a Porta, gli viene chiesto (nella puntata di ieri 17 ottobre) se dubita del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, fedelissimo di Salvini, e il vicepremier non ribatte con un secco no, ma afferma: “Non mi permetterei mai di indicare responsabili. Vedremo dopo la denuncia”.
“MA CHI VUOLE DENUNCIARE?…”
Ma come ha preso Salvini la denuncia di Di Maio? Secondo un retroscena de La Stampa, a cui si richiama il sito del Giornale, il leghista è “frastornato” e avrebbe subito chiamato Giorgetti sfogandosi: “Cos’è questa roba? Ma ce l’ha con noi?“. Poi l’affondo sull’alleato di governo: “Ma come gli viene in mente di dire una cosa del genere in televisione? Ma poi… chi vorrebbe denunciare?”. Oltre all’irritazione però Salvini si sarebbe lasciato andare anche a delle risate “che non riesce a trattenere”, secondo il Giornale: “Ma come si fa a prendere sul serio una roba del genere? – avrebbe detto il ministro dell’Interno -. Sono accuse surreali e incredibili”.
“SALVINI PRONTO A GUIDARE L’EUROPA”
Tutto questo mentre da più parti si vocifera di una possibile “discesa in campo” politica di Matteo Salvini alle elezioni del Parlamento europeo fissate per il maggio 2019. Salvini potrebbe cioè guidare una lista populista come candidato alla presidenza della Commissione dell’Unione europea, al posto di Jean-Claude Junker in scadenza, ossia alla testa di quello che di fatto è il “governo” dell’Unione. “È vero – ha ammesso il vice premier e leader della Lega in un’intervista a Repubblica – amici di vari paesi europei me lo stanno chiedendo, me lo stanno proponendo. Fa piacere vedano in me un punto di riferimento per la difesa dei popoli, anche fuori dall’Italia”. Salvini, però, a quanto pare, si è preso una pausa di riflessione. Il tempo per decidere non gli manca, anche perché altre, in Italia, sono le priorità da affrontare ora. “In questo periodo tra manovra, Europa, immigrati, non ho avuto tempo e modo per valutare la proposta. Maggio è ancora lontano. Vediamo, ci penso”.
DI MAIO SHOCK: “TESTO MANIPOLATO, FARO’ DENUNCIA”
“Domani presento denuncia alla procura della Repubblica”. Parole pronunciate durante la registrazione di Porta a Porta il 17 ottobre. “All’articolo 9 del decreto fiscale – ha detto Di Maio – c’è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Noi in Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così, Questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi. Nel testo che è stato trasmesso al Quirinale c’è una sorta di scudo fiscale e una non punibilità per chi evade“. Poi precisa: “Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato”. Nel pomeriggio è esplosa una polemica per l’ultima bozza circolata del decreto che sembra allargare le maglie della maxi sanatoria fiscale e contributiva: tetti più alti, possibilità di sanare anche l’Iva e, soprattutto, colpo di spugna su una serie di reati tributari e sulla disciplina del riciclaggio e dell’autoriciclaggio. Tutto nell’articolo 9 del testo dedicato alla celebre “dichiarazione integrativa speciale”, quello citato da Di Maio.
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