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Renzi, duro attacco a Di Maio sull’abolizione della povertà. Ecco cosa è successo

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Domenico Coviello

Io non ho mai detto ‘aboliremo la povertà’. Questo lo ha detto Di Maio e mi stupisco che non l’abbiano ricoverato. Se uno dice ‘abbiamo abolito la povertà’ io chiamo il 118″. Così Matteo Renzi, ospite alla trasmissione tv di Di Martedì, condotta da Giovanni Floris su La7, ieri sera 16 ottobre. L’ex premier ed ex segretario del Pd, oggi senatore, ha aggiunto: “Purtroppo le dichiarazioni di Salvini e di Di Maio hanno aiutato gli speculatori senza volerlo, lo hanno fatto a loro insaputa e non hanno aiutato le famiglie”.

“CONDONO? ALLORA CHI PAGA LE TASSE È SCEMO…”

Inoltre, dice Matteo Renzi, “il ragionamento di aumentare il debito per agevolare la crescita di per sé potrebbe anche stare in piedi” ma “il punto è che si fanno delle misure che non sostengono la crescita. Perché quando si fa l’operazione ‘reddito di cittadinanza’ non si aiuta chi lavora… queste misure ci avvicinano molto di più al Venezuela che alla Germania”. E ancora: “Con il condono” il governo “sta dicendo ‘tu hai pagato le tasse? Sei scemo‘. 

I CAPITOLI DELLA MANOVRA 2019

Ma cosa è e come funziona la “pace fiscale”, che i detrattori della manovra economica del Governo M5S Lega chiamano brutalmente condono? Nelle intenzioni del governo Conte il provvedimento dovrebbe permettere a chi ha un contenzioso con il fisco di ravvedersi e regolarizzare la propria posizione a condizioni agevolate. Non sarebbero invece coinvolti gli evasori totali. Vediamo i dettagli della manovra economica del governo per il 2019.

ALIQUOTA DEL 20%

L’accordo raggiunto fra Matteo Salvini e Luigi Di Maio stabilisce un’aliquota al 20% per sanare il pregresso di chi ha già presentato la dichiarazione dei redditi. Sarà prevista l’opzione di dichiarazione integrativa ma con la possibilità di far emergere fino a un massimo del 30% in più rispetto alle somme già dichiarate e comunque con un tetto di 100.000 euro per periodo d’imposta.

ROTTAMAZIONE E STRALCIO CARTELLE EQUITALIA

Per ridurre il contenzioso si potranno inoltre sanare le liti con il fisco pagando senza sanzioni o interessi il 20% del non dichiarato in 5 anni in caso di vittoria del contribuente in secondo grado (o il 50% in caso di vittoria in primo grado). Allo stesso tempo, con la rottamazione ter delle cartelle Equitalia saranno cancellati sanzioni e interessi, dilazionando i pagamenti in 20 rate in 5 anni e arriverà lo stralcio delle minicartelle sotto mille euro accumulate dal 2000 al 2010.

REDDITO DI CITTADINANZA, ACQUISTI MONITORATI

Il reddito e la pensione di cittadinanza, il cui costo si aggira attorno ai 10 miliardi, partirà nei primi tre mesi del 2019. L’assegno da 780 euro, secondo quanto annunciato finora, sarà caricato sul bancomat, con una sorta di monitoraggio degli acquisti. Il sostegno sarebbe garantito solo a patto di frequentare corsi di formazione e di prestare 8 ore a settimana di lavoro socialmente utile. Il reddito verrebbe meno dopo il rifiuto di tre offerte di lavoro, ma con una specifica “geografica”, con l’obiettivo di non penalizzare cioè chi non accetterà come prima offerta un’occupazione al di fuori della propria città o Regione.

PENSIONI D’ORO

Tra le coperture della legge di bilancio ci sarà anche il taglio alle pensioni d’oro sopra i 4.500 euro da cui il governo conta di recuperare un miliardo in tre anni. Un altro miliardo e trecento milioni verrà recuperato in un triennio dai fondi per l’immigrazione: oltre 500 milioni subito, a partire dal 2019.

QUOTA 100 SULLE PENSIONI

Via da febbraio 2019, senza limiti e penalizzazioni, alla cosiddetta quota 100 per andare in pensione: significa che si potrà smettere di lavorare avendo raggiunto almeno 62 anni di età e 38 di contributi versati. Il costo dell’operazione è stato calcolato in 7 miliardi di euro. Non ci sarà nessun aumento di tasse, promettono da Palazzo Chigi, se non per banche e assicurazioni, e invece arrivano 100 milioni per le politiche della famiglia e più fondi per la Sanità.

FLAT TAX PER GLI AUTONOMI

Il forfait esiste già ed è al 15% per i professionisti con ricavi fino a 30 mila euro e per le altre categorie con ricavi fino a 50 mila euro. L’obiettivo è estendere la platea ad autonomi, Snc, Sas e Srl che optano per il regime di trasparenza con ricavi fino a 65 mila euro. Dai 65.000 ai 100.000 euro si pagherà un 5% addizionale. Le start up e le attività avviate dagli under 35 godranno di un super sconto al 5%. Il costo è di circa 600 milioni il primo anno e di 1,7 miliardi a regime.

IRES, MINISTERI, IMMIGRAZIONE

L’aliquota al 24% scenderà di 9 punti sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in macchinari e in assunzioni stabili. Il costo è di 1,5 miliardi di euro. Dovrebbero essere anche confermati gli ammortamenti del piano Industria 4.0 del precedente governo. Per legge i ministeri devono operare tagli per un miliardo l’anno. Lo sforzo richiesto potrebbe essere però superiore, pari a 3-4 miliardi. Promesso un taglio di 1,3 miliardi in 3 anni sull’immigrazione, di cui 500 milioni nel 2019, derivanti, secondo Salvini, da minori sbarchi e dal taglio “dei famosi 35 euro al giorno”.

GLI INVESTIMENTI

Il capitolo investimenti è quello più gradito al ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Previsto che valga lo 0,2 del Pil, pari a 3,5 miliardi. Oltre alle risorse finanziarie si punta a sbloccare gli investimenti a livello locale con uno sblocco dei bilanci dei Comuni (anche quelli in perdita) e con una revisione della soglia per gli appalti senza gara.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

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