AGGIORNAMENTO ORE 21:21 – In un tweet di pochi minuti fa, sull’account ufficiale del Quirinale, si precisa che: “In riferimento a numerose richieste da parte degli organi di stampa, l’ufficio stampa della Presidenza della Repubblica precisa che il testo del decreto legge in materia #fiscale per la firma del Presidente della Repubblica non è ancora pervenuto al #Quirinale“.
Il via libera del governo Conte alla “pace fiscale”, dai detrattori definita un condono, diventa un giallo. “Al Quirinale è arrivato un testo manipolato“, è l’accusa lanciata dal vicepremier M5S Luigi Di Maio nella serata del 17 ottobre. “Domani presento denuncia alla procura della Repubblica”. Parole pronunciate durante la registrazione di Porta a Porta. “All’articolo 9 del decreto fiscale – ha detto Di Maio – c’è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Noi in Parlamento non lo votiamo questo testo se arriva così, Questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi. Nel testo che è stato trasmesso al Quirinale c’è una sorta di scudo fiscale e una non punibilità per chi evade“. Poi precisa: “Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica in ogni caso domattina si deposita subito una denuncia alla Procura della Repubblica perché non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato”. Nel pomeriggio è esplosa una polemica per l’ultima bozza circolata del decreto che sembra allargare le maglie della maxi sanatoria fiscale e contributiva: tetti più alti, possibilità di sanare anche l’Iva e, soprattutto, colpo di spugna su una serie di reati tributari e sulla disciplina del riciclaggio e dell’autoriciclaggio. Tutto nell’articolo 9 del testo dedicato alla celebre “dichiarazione integrativa speciale”, quello citato da Di Maio.
“Questo è un condono scudo fiscale come quello che faceva Renzi, io questo non lo faccio votare” ha detto ancora Di Maio, secondo quanto riporta il sito di Repubblica. “Tengo ad escludere responsabilità politiche, perché mi fido delle persone con cui siamo al governo”, ma “in questo governo stanno avvenendo tante cose strane, tanti giochini: ciò che metteremo in campo dopo la denuncia alla Procura ci farà capire delle cose”. Sospetta di Giorgetti? “Non mi permetterei mai”, risponde. “Questo è il governo col più alto numero di nemici, ma non mi sorprende. Hanno già provato a farci giochetti con il decreto Dignità”, aggiunge. Anche nel caso del decreto fiscale si era parlato di una manina. E solo ieri era esploso un altro caso, quello del numero chiuso a Medicina prima annunciato poi smentito. La dichiarazione di Di Maio arriva dopo ore di travaglio nel Movimento Cinque Stelle con fonti parlamentari che facevano trapelare: “La pace fiscale sopra i 100mila euro non si può fare, non la faremo passare“. Insomma, la questione della pace fiscale voluta fortemente dalla Lega – da sempre nota dolentissima per il Movimento – riesplode con il giallo della manina. D’altronde da ore tra i 5Stelle monta il malumore per una serie di bocconi amari ingoiati: non solo la pace fiscale, ma anche il via libera alla Tap.
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