Jean-Claude Junker, Matteo Salvini, Giuseppe Conte e la manovra economica del governo per il 2019. Non c’è pace nei rapporti fra Italia e Unione europa. “L’Italia è un paese fondatore dell’Unione europea e contributore netto: forti di questa posizione andiamo a Bruxelles con una manovra economica di cui siamo orgogliosi e su cui vogliamo dialogare senza pregiudizi. L’austerity non è più percorribile“. Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante le comunicazioni in Senato in vista del prossimo Consiglio europeo del 18 ottobre.
LA RABBIA DELL’UNIONE EUROPEA
“Se accettassimo il dérapage” previsto dalla manovra rispetto alle regole europee “alcuni Paesi ci coprirebbero di ingiurie e invettive con l’accusa di essere troppo flessibili con l’Italia”, aveva polemicamente dichiarato ieri 16 ottobre il presidente della commissione Ue Jean Claude Juncker che ha comunque puntualizzato che la dinamica della finanza pubblica italiana “mi dà molte preoccupazioni” ma “non abbiamo pregiudizi: ne discuteremo con l’Italia come facciamo con tutti gli altri Paesi”. “Quello che ci serve ora è un dialogo rispettoso tra la Commissione Ue e l’Italia“: lo ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
TELEFONATA CONTE-JUNKER
E proprio in serata, ieri, Conte ha avuto un colloquio telefonico con Juncker. “Una telefonata cordiale“, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, e Conte “ha ribadito che la manovra è solida e ben strutturata e che il deficit programmato al 2,4% per il prossimo anno è stato pensato per garantire la crescita economica e lo sviluppo sociale del Paese. Conte ha inoltre precisato che questo deficit è destinato a rientrare già nel biennio successivo, e anche per questo non impedirà il contenimento del nostro indebitamento”.
SALVINI: “JUNKER PRENDITI UN CAFFÈ”
“La manovra italiana è passata. Se ne faccia una ragione e si beva un caffè”, ha commentato il ministro dell’Interno Matteo Salvini. Lo ha fatto a margine del giuramento degli allievi agenti presso la Scuola della polizia a Spoleto. “Gli sbandamenti – ha detto ancora Salvini – sono arrivati in questi anni dall’Europa che ha portato precarietà e insicurezza in un intero continente”. “Non c’è nessuna vittoria e sconfitta di qualcuno“, ha puntualizzato intanto il vicepremier Luigi Di Maio, a Radio Radicale, rispondendo a chi gli ha chiesto delle divergenze nella maggioranza per i provvedimenti fiscali contenuti nella Manovra approvata ieri. Di Maio ha rilevato come su alcuni giornali “è diventata una partita di pallone che secondo alcuni vince il M5s e secondo altri la Lega. Semplicemente avevamo detto che non si facevano scudi fiscali e condoni. Utilizziamo per la pace fiscale istituti già esistenti come saldo e stralcio sotto i 1000 euro e aiutiamo persone in difficoltà”.
NUOVO SUMMIT FRA CONTE, DI MAIO E TRIA
Intanto si apprende che si è svolta questa mattina 17 ottobre a Palazzo Chigi una riunione tra Conte, Di Maio e Tria. Anche Salvini è stato nella sede della presidenza del Consiglio ma non ha preso parte all’incontro. In gioco nella manovra anche la flat tax al 15% per gli autonomi che d’ora in avanti, una volta approvate le nuove regole, riguarderà le imprese e i professionisti con ricavi fino a 65.000 euro. E’ quanto si legge nel Draft Budgetary Plan inviato a Bruxelles, in cui non compare la seconda soglia di 100.000 euro (entro la quale si sarebbe dovuta pagare un’aliquota aggiuntiva del 5%) proposta dalla Lega, ma di più difficile applicazione. Il governo non esclude tuttavia che ci possa essere una modifica della norma nel corso dell’iter parlamentare della manovra, con un ampliamento della platea ai ricavi più alti.
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