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Cronaca

Roma, 75 anni fa il rastrellamento e la deportazione degli ebrei dal Ghetto. Mattarella: “Mai più”

Pubblicato da
Domenico Coviello

Preghiere, canti e testimonianze hanno aperto la cerimonia di commemorazione del 75° anniversario del rastrellamento e della deportazione degli ebrei romani, avvenuta il 16 ottobre 1943 dal ghetto di Roma al Portico d’Ottavia ma non solo. La commemorazione si è svolta questo pomeriggio in piazza San Pietro. Subito dopo, l’evento è proseguito a palazzo Salviati, sede del Casd (Centro Alti Studi per la Difesa) in piazza della Rovere a Roma.

IL MESSAGGIO DI MATTARELLA

Lì nell’ex collegio militare 1.259 ebrei furono tenuti prigionieri nei giorni antecedenti al viaggio di 1.020 di loro verso il campo di stermino di Auschwitz. I bambini erano circa 207. Di tutte queste persone a Roma tornarono vivi in 16. “Il sacrificio, la tribolazione, il martirio di tanti innocenti, è un monito permanente alla nostra civiltà – ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella -, la quale si è ricostruita promettendo solennemente ‘mai più’  e, tuttavia, ogni giorno è chiamata a operare per svuotare i depositi di intolleranza, per frenare le tentazioni di sopraffazione, per affermare il principio dell’eguaglianza delle persone e del rispetto delle convinzioni di ciascuno”.

DUE DONNE ALLA GUIDA DEGLI EBREI ITALIANI

“Queste mura – ha detto Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche italiane – hanno udito in quei giorni ordini, pianti, preghiere e suppliche, quando dall’esterno trapelava il silenzio dell’indifferenza. Ribadiamo oggi qui l’impegno per la verità e l’impegno per farla conoscere a tutti i giovani, affinché sappiano quel che accadde quel 16 ottobre a Roma”. Per Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, “entrare in questo luogo – ha detto – significa andare indietro nel tempo, in un’epoca che ha segnato noi tutti profondamente, anche la mia famiglia. La razzia di quei giorni non ferì solo gli ebrei ma tutta la città. L’impegno di oggi non deve passare solo per la sofferenza e il dolore, ma per i giovani che hanno bisogno di ascoltare, di comprendere e di domandare. Gli ebrei sono una risorsa di questo Paese, quindi momenti come questi devono essere fonte di speranza e di impegno comune”.

IL MESSAGGIO DEL RABBINO CAPO

Il rabbino Capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, ha infine ricordato che “dietro a questa tragedia ci sono un’infinità di storie e vicende. Nella razzia dei nazisti di quel giorno vennero portati in questo luogo 1.259 ebrei, di questi furono deportati 1.020, gli altri uscirono indenni da quella porta. Oggi – ha sottolineato – dobbiamo ricordare questi fatti per impedire che si ripiombi in quella barbarie di 75 anni fa“.

EVENTI A ROMA: FILM E DOCUMENTARI

A Roma questa sera, al cinema Barberini, la presentazione del documentario “1938 – Quando scoprimmo di non essere più italiani” di Pietro Suber in occasione degli 80 anni della promulgazione delle leggi razziali. Il film ricostruisce le vicende che portarono dalle leggi antiebraiche alla deportazione degli ebrei italiani (1943-1945) attraverso cinque storie raccontate in gran parte dai diretti protagonisti. A iniziare da quella di una famiglia di ebrei fascisti (la famiglia Ovazza) massacrata sul Lago Maggiore nell’autunno del 1943, alla storia di un ebreo del Ghetto di Roma, il mitico “Moretto”, che decise di lottare contro la persecuzione e che riuscì a salvarsi flirtando con la nipote di un collaborazionista fascista. Fino a quella di Franco Schonheit e dei suoi genitori, tutti sopravvissuti ai campi di sterminio nazisti. Poi la vicenda di una ebrea di Fiume che si salvò nascondendosi presso la casa di un incisore del Vaticano, e infine la storia di una famiglia di presunti delatori fascisti accusati di aver denunciato i vicini ebrei ai tedeschi. A parlare infatti non sono solo le vittime, i perseguitati ma anche i cosiddetti persecutori. Con loro gli altri testimoni, cioè quella stragrande maggioranza di italiani che non aderì alle leggi razziali, ma neppure vi si oppose. Domani 17 ottobre, infine, alle 17 nella Sala della Regina di Montecitorio (trasmesso in streaming) sarà proiettato in anteprima il documentario “La razzia. Roma, 16 ottobre 1943” di Ruggero Gabbai, prodotto dalla Fondazione Museo della Shoah. Una iniziativa promossa dalla vicepresidente della Camera, Mara Carfagna, che introdurrà i lavori insieme a Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah, con l’intervento di Emanuele Di Porto che fu testimone del rastrellamento. Alla ricorrenza Ulisse, trasmissione di Alberto Angela per la Rai, ha dedicato una puntata andata in onda lo scorso 13 ottobre. È possibile rivederla su RaiPlay.

Placche in memoria degli ebrei deportati dal Ghetto di Roma

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

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Domenico Coviello

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