Manovra e “pace fiscale”: dissidi fra M5S e Lega. E adesso cosa succede?

AGGIORNAMENTO ORE 16:50 – Dopo giorni di tensioni e una mattinata particolarmente convulsa, nuovo vertice a Palazzo Chigi nel pomeriggio di oggi 15 ottobre sulla manovra: adesso al tavolo con il premier Giuseppe Conte ci sono entrambi i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro dell’Economia Giovanni Tria. Obiettivo: trovare l’intesa politica in vista del varo in Consiglio dei ministri del decreto fiscale. Al momento una soluzione di sintesi non sarebbe ancora stata trovata. La notizia è riportata dal sito web dell’agenzia di stampa Ansa.

Non c’è ancora un’intesa e scoppia la lite tra Movimento Cinque Stelle (M5S) e Lega sulla “pace fiscale“. Matteo Salvini e i suoi vogliono inserirla nella manovra economica della prossima legge di Bilancio dello Stato. Luigi Di Maio e i dirigenti pentastellati sono scettici e vogliono garanzie. Oggi, 15 ottobre, nuovo vertice del Governo Conte, dopo che ieri sera il pre-Consiglio dei ministri si era svolto senza nessuno dei due vicepremier. Non sarebbe emersa una soluzione condivisa, secondo quanto riporta il sito web dell’Ansa, su uno dei nodi principali del decreto fiscale, la cosidetta “pace fiscale” che i detrattori della manovra, e le opposizioni, classificano come un brutale condono.

VERTICE A PALAZZO CHIGI

Al nuovo summit politico, in corso di svolgimento nella tarda mattinata a Palazzo Chigi, partecipano il premier Giuseppe Conte, non il vicepremier Luigi Di Maio, che, stando a quanto scrive il sito web dell’Ansa, non sarebbe presente al vertice contrariamente a quanto si pensava in un primo momento, il ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Assente Matteo Salvini, a Monza, per la Lega. Al suo posto “con pieno mandato” c’è il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. Presenti anche i due sottosegretari Laura Castelli e Massimo Garavaglia. Al suo arrivo a Monza Salvini non ha voluto commentare le voci di frizioni nella maggioranza in vista del vertice di questa mattina pre Cdm. “Sono qui per parlare di impresa e di industria” ha risposto. I tempi stringono ma un accordo ancora non c’è. Il punto cardine del decreto fiscale collegato alla manovra, la “pace” voluta dalla Lega, è ancora un capitolo tutto da scrivere nell’articolato del provvedimento, tanto che Lega e M5S, coordinati dal premier Giuseppe Conte, andranno avanti ad oltranza per cercare di far quadrare i conti, ma anche – e soprattutto – di rispettare ciascuno la propria linea politica, a maglie larghe per la Lega e strettissime per il Movimento.

TRATTATIVE A OLTRANZA

Ciò che il Governo Conte deve definire, oggi 15 ottobre, è il cosiddetto Draft Budgetary Plan, la bozza di manovra attesa a Bruxelles entro la mezzanotte, che il decreto collegato alla legge di bilancio. Un pacchetto che secondo Luigi Di Maio dovrebbe comprendere anche il varo immediato della manovra, cosa ritenuta molto complicata invece da Matteo Salvini.

I PUNTI VISTA DIVERSI SUL FISCO

I nodi dunque restano: per i pentastellati il concetto di pace fiscale non può minimamente confondersi con quello di condono. La linea accettabile per il Movimento è quella del ravvedimento operoso, strumento già esistente, che prevede sanzioni e interessi ridotti in caso di errori o omissioni nei versamenti. La soluzione potrebbe essere rafforzarlo, ampliandone le modalità e la validità temporale. La Lega punta però più in alto, non al ravvedimento ma alla dichiarazione integrativa, considerata inaccettabile dai 5S. Per venire incontro ai pentastellati, si è cercato di alzare al 25% (e non più il 15%) la percentuale da pagare sul debito totale. Sempre che si riesca a trovare un’intesa sulla soglia anche di questo importo: 500.000 euro, 200.000 o 100.000. Sul tavolo c’è poi anche il problema, tutt’altro che indifferente agli occhi dei pentastellati, dell’emersione dei contanti. Tema di cui si è parlato finora meno, ma che, secondo quanto si apprende, sarebbe ancora tra quelli sponsorizzati dalla Lega.

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