Di Maio e Salvini contro l’Europa: “Sulla manovra nessun piano B, indietro non si torna”

Nessun piano B” sulla manovra da far scattare in caso di un’emergenza spread a 400, e “deve essere chiaro” anche a Bruxelles, perché sulla manovra “il Governo non arretrerà” dice il vicepremier e ministro del Lavoro e dello sviluppo economico, Luigi Di Maio. Lo riporta il sito web dell’Ansa. Dopo la lettera arrivata dai commissari Moscovici e Dombrovskis ci sarà “una fase di interlocuzione” con la Commissione Ue ma, ribadisce, “indietro non si torna”.

“Ci aspettavamo che questa manovra non piacesse a Bruxelles, adesso inizia una fase di discussione con la Commissione ma deve essere chiaro che indietro non si torna“, dice Di Maio. E sottolinea: “Questa non è una manovra che deve sfidare Bruxelles. È una manovra che deve ripagare il popolo italiano di tanti torti subiti“, su pensioni, lavoro, risarcimenti “per chi è stato truffato dalle banche e dai precedenti Governi”, e per “chi ha diritto di pagare meno tasse perché sono imprenditori o partite Iva. Questo è il nostro obiettivo, poi ci sarà una interlocuzione nei prossimi mesi e nelle prossime settimane”.

“Apprezzo”, dice Di Maio, “il fatto che sia stata mandata a mercati chiusi. Abbiamo tutto il weekend per discutere di questa lettera a mezzo stampa, ma deve essere chiaro che questo Governo non arretra. Adesso il ministro Tria inizierà una interlocuzione con le istituzioni, il presidente Fico sarà nei prossimi giorni a Bruxelles. Saremo tutti compatti e faremo un gioco di squadra per spiegare alla Commissione Europea che gli italiani hanno bisogno di queste misure e che non sono misure spot ma finalmente cambiamo la vita delle persone”.

Preoccupazioni in vista della scadenza del 15 ottobre? “No, non sono preoccupato, perché dopo tanti anni abbiamo scritto una manovra del popolo. E quando si aiuta la gente non si può essere preoccupati. Sono tranquillissimo”. “Le previsioni non si fanno sui se. Noi siamo convinti che quello sarà il tasso di crescita e con quella crescita riusciremo a ripagare il debito e abbassare il deficit”, spiega Di Maio. “Non sono venuto qui per alzare i toni con l’Europa perché, diciamolo chiaro, questa Europa è finita“, sopravviverà ancora “pochi mesi”. Di Maio sottolinea che dalle prossime elezioni europee si aspetta “un terremoto” politico in Europa proprio “come c’è stato un terremoto con il voto in Italia”.

Così, voci che oggi fanno fatica a farsi ascoltare in Europa avranno, dopo le europee, “il quadruplo della forza avuta in questi anni”. Sul tema è intervenuto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker: “Non ho paragonato l’Italia alla Grecia”, ha detto in un’intervista al quotidiano viennese Der Standard, ma certamente “l’Italia si trova in una situazione difficile”. “Non spetta alla Commissione” entrare nel merito delle misure inserite in manovra come la flat tax o il reddito di cittadinanza ma “spetta ai politici italiani impostare misure che consentano all’Italia di rimanere entro gli obiettivi di bilancio concordati”.

“Non ho sentito cosa ha detto, l’ho solo letto. Queste cose non le prendo neanche in considerazione. Il fatto che due vicepremier italiani si esprimano in modo estremamente sboccato sulla Ue fa capire tante cose” ha poi insistito Juncker rispondendo alle parole di Matteo Salvini che aveva detto di voler parlare solo con “persone sobrie”. “Che il vice cancelliere austriaco Strache ora dica di essere amico di Salvini mi sorprende, ma non troppo. Non possiamo scegliere i parenti, gli amici invece sì”.

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