Notte di paura per molti cittadini in provincia di Catania, nei paesi alle pendici dell’Etna dopo il terremoto di magnitudo 4.8 delle 02.34 di oggi 6 ottobre, che ha avuto come epicentro il paese di Santa Maria di Licodia. La scossa, di lunga durata, ha provocato il crollo di cornicioni, nella chiesa di Santa Maria di Licodia e a Palazzo Ardizzone, ex sede del municipio, e di antiche case rurali ma non, secondo i primi accertamenti dei vigili del fuoco, danni strutturali. Adrano e Biancavilla i paesi maggiormente interessati, dove si registrano dei crolli di cornicioni. I cittadini dei tre paesi sono usciti dalle loro abitazioni e sono scesi in strada e la Protezione civile locale ha già provveduto a transennare alcune zone. Il tam tam sui social media da parte di comuni cittadini ha contribuito ad avvertire la popolazione di ciò che stava accadendo nel cuore della notte.
Il sisma è stato avvertito a Catania e in tutta la provincia, otre che a Siracusa, Enna e Messina. Alcune persone sono rimaste ferite in modo non grave e sono state portate nell’ospedale di Biancavilla, altre sono state ricoverate in stato di choc. Verifiche sono in corso da parte di carabinieri e vigili del fuoco. “La scossa di terremoto avvertita attorno alle 2.30 ha toccato tutti noi. Non facciamoci prendere dal panico”. Lo scrive su Facebook Antonio Bonanno, sindaco di Biancavilla, centro del catanese dove si è registrata una delle scosse di terremoto più potenti tra quelle che hanno colpito la provincia nel corso della notte. “A chi si trova fuori di casa – prosegue Bonanno – diciamo di evitare di restare in prossimità di balconi e, dunque, di abitazioni. Evitate soprattutto di girare per strada con le automobili. Assieme a carabinieri, Vigili del fuoco, Polizia, Protezione civile, Polizia municipale e volontari – conclude – siamo per le strade di Biancavilla a monitorare la situazione”.
Nelle ultime settimane l’Italia è stata funestata più volte da scosse telluriche di forte intensità, in varie zone del Paese. Lo scorso 28 settembre, appena una decina di giorni fa, una scossa di terremoto di magnitudo 4.2 si è verificata a largo della costa calabra sud occidentale (di fronte Palmi) a 11 km di profondità. La scossa, alle 7.24 del mattino del 28 settembre, è stata avvertita anche nel Messinese. Il sisma – secondo quanto aveva riferito l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in un tweet – è stata registrata nel sud della Calabria, in un’area compresa tra Catanzaro, Vibo Valentia e Reggio Calabria. Dalle verifiche effettuate, l’evento – con epicentro localizzato tra i comuni di Palmi, Bagnara Calabra, Seminara e Scilla in provincia di Reggio Calabria – è risultato avvertito dalla popolazione, ma non sono stati segnalati gravi danni a persone e cose. È stato bloccato il traffico ferroviario sulla linea tirrenica tra le stazioni di Reggio Calabria e Rosarno: la decisione è stata presa, come da prassi, per una verifica degli impianti. Carrelli di Rfi sono intervenuti per verificare la tratta e accertare se vi siano stati danni. Si è trattato dunque di un terremoto che si è verificato non lontano dalla Sicilia orientale, dove questa notte un nuovo sisma ha scosso il Catanese.
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