Durissimo attacco del vicepremier Matteo Salvini al presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker, nel corso della trasmissione tv Mattino Cinque (Canale 5) stamani 3 ottobre. “Questo signore è il capo del Governo di 500 milioni di europei, un signore che arriva da un paradiso fiscale come il Lussemburgo – ha detto Salvini -. Se cercate su Google ‘Juncker sobrio’ o ‘barcollante’, vedrete immagini a volte impressionanti“. Non si tratta certo del primo attacco – sul piano personale e molto brutale – che Salvini sferra a Junker. “Io parlo con persone sobrie che non fanno paragoni che non stanno né in cielo né in terra” aveva dichiarato appena ieri, 2 ottobre, intervistato dal programma Tagadà su La7. Riferendosi al presidente della Commissione europea, Salvini aveva risposto a una domanda sulle affermazioni di Juncker, il quale aveva ipotizzato un rischio Grecia per l’Italia.
“In una grande famiglia – ha aggiunto poi, stamani, Salvini, – non ci sono figli di serie A e figli di serie B. Se qualcuno straparla perché rimpiange un’Italia precaria e impaurita, magari per poter comprare sotto costo le aziende che sono rimaste in questo Paese usando spread e mercati per intimorire qualcuno ha trovato il ministro sbagliato ed il Governo sbagliato”. La tensione con Bruxelles resta dunque molto alta. Di fronte alla scelta dell’Italia di innalzare il deficit al 2,4% del Pil nel prossimo triennio, per finanziare misure espansive come il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse, mettendo a rischio la discesa del debito, l’Europa ritrova una voce sola e fa sapere di pretendere il rispetto delle regole sul fronte dei conti pubblici. Nel corso della giornata di ieri si è verificata un’escalation di dichiarazioni, che riaccendono i timori su una possibile uscita dall’euro mentre lo spread, vale a dire il differenziale fra i btp e i bund tedeschi, ha sfondato i 300 punti base e Piazza Affari ha chiuso nuovamente in rosso dopo una seduta all’insegna del nervosismo. Così, stamani 3 ottobre, il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, lo stesso che pochi giorni fa si era affacciato trionfante dal balcone di Palazzo Chigi per annunciare il varo del programma di indebitamento col deficit al 2,4% per tre anni, ha dichiarato, secondo quanto riporta il sito dell’Ansa: “La cifra del 2,4% è confermata nel 2019: per quanto riguarda il 2020 e il 2021 stiamo pensando all’abbassamento del debito e la crescita del Pil con tagli massicci agli sprechi”. Una correzione non piccola rispetto al programma di sforamento al 2,4% per tre anni di fila firmato anche dal riluttante ministro dell’Economia Giovanni Tria.
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