Con le sue dichiarazioni la pentita Tamara Ianni ha contribuito all’arresto per mafia di 32 componenti del clan Spada lo scorso 25 gennaio. Alle 2 del mattino di mercoledì 3 ottobre un boato ha scosso il palazzo in cui abitano i suoi genitori: un ordigno artigianale è stato lanciato sul balcone di casa della coppia. Non ci sono stati feriti ma il terrore è stato grande. Lo scrive sul sito di Repubblica Federica Angeli, la giornalista divenuta un simbolo della lotta alla mafia del litorale romano, essa stessa vittima di ritorsioni molto gravi da parte di uomini del clan Spada.
Quello a Tamara Ianni può essere considerato un avvertimento molto pesante che arriva il giorno prima del processo d’appello ad alcuni soggetti ritenuti componenti del clan. Una vicenda giudiziaria che, nell’ottobre dello scorso anno, portò all’emissione di condanne per più di 50 anni di carcere, con l’aggravante del metodo mafioso, per la vicenda del racket delle case popolari. “Si reagisce alla paura con il coraggio, rialzando la testa. Il tempo del silenzio è terminato – dichiara il presidente dell’associazione antimafia Noi, Massimiliano Vender, secondo quanto riporta su Repubblica Federica Angeli -. Ostia è una comunità sana che vuole allontanare il male. Collaborare con la giustizia è un atto di coraggio, un respiro di libertà donato al futuro di tutti noi. Saremo scudo della Ianni e di tutte le persone che non vogliono più vivere nella paura”. Sul luogo dell’ordigno i carabinieri e la polizia scientifica hanno eseguito i rilievi. Molto scossa la mamma di Tamara, riporta nel suo articolo la Angeli. “Sono arrivati anche a trovare la località protetta di mia figlia che di corsa è dovuta scappare e cambiare ancora una volta città. Lo Stato deve proteggerci. Non può lasciare che accadano queste cose”, ha dichiarato la donna.
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