Una “Manovra del Popolo” per realizzare reddito e pensioni di cittadinanza, flat tax e nuovi investimenti pubblici. È il senso dell’accordo raggiunto sul deficit al 2,4% del Pil, dopo un lungo vertice a Palazzo Chigi con Conte, Salvini, Di Maio, Tria e Savona, ieri 27 settembre. Negativa la reazione, stamani 28 settembre, dei mercati: lo spread tra Btp e Bund sale ancora e tocca i 265 punti base (ieri aveva chiuso a 237). Il rendimento del decennale italiano è in rialzo al 3,13%. Sono stati liberati 27 miliardi per la manovra economica sulla spesa pubblica, da fissare nella prossima legge di Stabilità. Alla fine ha vinto la linea del Movimento 5 Stelle e della Lega. La riforma della legge Fornero, il reddito e le pensioni di cittadinanza, i fondi per i risparmiatori colpiti dalle crisi bancarie, gli investimenti e il calo delle tasse per gli autonomi arriveranno tutti nella legge di bilancio e saranno finanziati ricorrendo all’indebitamento.
Soddisfatti i due vicepremier, Matteo Salvini, e Luigi Di Maio: “Accordo raggiunto con tutto il governo sul 2,4%. È la manovra del popolo e del cambiamento“. “Oggi è un giorno storico! Oggi è cambiata l’Italia!“: così Di Maio condivide su Facebook il risultato ottenuto nel vertice di governo sulla manovra. L’altra faccia della “vittoria” della linea del M5S e della Lega, dei festeggiamenti in piazza dei ministri e dei parlamentari pentastellati, è fatta di preoccupazioni per la risposta di Borse, Europa e spread. Con un punto fermo: il ministro del Tesoro Giovanni Tria resta al suo posto, ben sapendo che, nella sua scelta, può contare sulla piena sponda del capo dello Stato. È risaputo che il Quirinale è sempre stato contrario alle dimissioni del titolare del Mef. C’è stata invece, poco dopo l’intesa raggiunta sul 2,4% del deficit/Pil, una telefonata tra Mattarella e il premier Giuseppe Conte, negli stessi momenti in cui Luigi Di Maio e i ministri M5S si affacciano dal balcone di Palazzo Chigi per celebrare il loro “trionfo”.
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