In “viaggio” verso il Quirinale. Dopo una giornata di polemiche e allarmi sul decreto Genova per la ricostruzione a seguito del crollo del Ponte Morandi il 14 agosto, e sulla mancanza nel testo delle coperture economiche, è arrivata oggi 26 settembre la precisazione del Governo Conte che annuncia: “Dal Mef (ministero dell’Economia) hanno appena confermato di avere terminato le valutazioni di propria competenza” e “il decreto legge sta per essere inviato al Quirinale“. Il decreto Genova prevede norme per una rapida ricostruzione del ponte “senza dare la possibilità ad Autostrade di mettere una pietra“, ha dichiarato il vicepremier Luigi Di Maio a Radio Capital alla trasmissione Circo Massimo.
Di Maio ha poi spiegato che, in base alla relazione finale degli ispettori del ministero dei Trasporti, Autostrade doveva fare molte cose che non ha fatto. “Quella relazione ci apre una prateria per revocare la concessione. In quella relazione c’è scritto che autostrade aveva la responsabilità ed è stata la responsabile per la distruzione del ponte”. Dal canto suo il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti, chiede al ministro dei Trasporti Toninelli di sbloccare i fondi – 1,1 miliardi di euro -, per il Terzo Valico autostradale. “Se non accadesse, sarebbe devastante sia per il sistema ligure sia per le aspettative dell’opinione pubblica”, aggiunge. Quella di ieri 25 settembre è stata un giornata convulsa, dopo che nel primo pomeriggio nel consiglio comunale di Genova, a palazzo Tursi, avevano cominciato a circolare le voci sulla mancanza di coperture del decreto. Le indiscrezioni dicevano che il decreto era fermo alla Ragioneria di Stato che non lo licenziava per incertezze sui fondi. E fonti del ministero dell’Economia avevano fatto sapere che “a volte le carenze riguardano parti limitate di un provvedimento che si risolvono un maniera più semplice. In questo caso il decreto è giunto agli uffici del Mef in una versione molto incompleta”. L’allarme e le polemiche si sono a quel punto moltiplicate, poi è arrivata, come detto, la precisazione, oggi, di Palazzo Chigi.
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