L’incontro serale di domenica 16 settembre tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini ad Arcore ha suscitato più di un rancore all’interno del Movimento 5 Stelle, e sopratutto nell’area dei “falchi” più distanti dall’area governativa: come Nicola Morra, Paola Nugnes, Luigi Gallo, e gli altri che fanno riferimento a Roberto Fico o al “leader on the road” Alessandro Di Battista. Lo rivela il Corriere della Sera. Si tratta di un’ala del movimento fondato da Beppe Grillo che ritiene, cosa che ha sempre fatto, che Matteo Salvini sia il garante del leader di Forza Italia all’interno del governo, sia sul piano politico sia su quello degli interessi economici e della giustizia. Per loro, quello di Arcore, è stato un assist clamoroso per colpire Luigi Di Maio: “Berlusconi e Salvini vanno da sempre d’accordo, non c’è mai stato un allontanamento vero e proprio, lo vuoi capire Luigi?” suona il messaggio recapitato in queste ore al leader M5S.
“Non possiamo continuare a governare con chi si siede a cena con il condannato Berlusconi, perché così finiremo per perdere tutti i nostri voti” si sfoga un parlamentare grillino che vuole restare anonimo. Cosa è successo nel meeting di Villa San Martino fra il Cavaliere e il ministro dell’Interno? Stando alle cronache nulla di veramente così eclatante in termini di decisioni strategiche del Centrodestra, se non una franca discussione sui temi caldi che sono sul tavolo del Governo e del dibattito parlamentare. Si va dalla presidenza della Rai – per la quale Berlusconi sarebbe sul punto di dare il via libera al nome di Marcello Foa, in un primo tempo boicottato su pressione dei suoi – alle alleanze in vista delle elezioni regionali (nel 2019 in Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Piemonte e Sardegna), passando per il “problema” del tetto alla pubblicità in televisione che spaventa il maggior azionista di Mediaset. E tuttavia, data l’importanza dei temi trattati, non è difficile ipotizzare un tentativo di accordo globale per una sorta di nuovo Centrodestra fra le parti in causa: Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. Tutto questo ha seminato nervosismo tra le file del partito di maggioranza relativa (i Cinque Stelle). Anche perché, gli ultimi sondaggi, da fonti diverse, indicano i pentastellati in caduta di 2-3 punti percentuali, mentre la Lega di Salvini sarebbe ormai ben oltre il 30% dei consensi: una cifra quasi doppia rispetto al 17% raccolto alle elezioni del 4 marzo.
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