Napoli, ispettori al liceo senza aule. “La preside mandava i ragazzi al mare”

Caos al liceo Jacopo Sannazaro di Napoli, tanto che l’Ufficio scolastico regionale della Campania ha dovuto inviare i propri ispettori. Nei giorni scorsi, a quanto sembra, la preside aveva organizzato attività curriculari fuori dall’istituto per gli studenti rimasti senza aula: nell’istituto infatti sono state create 53 classi a fronte di 48 locali disponibili per le attività didattiche. Peccato che le “gite” proposte fossero al parco della Floridiana e in stabilimenti balneari sul litorale flegreo, oppure in piscine dell’area collinare di Napoli. ​Nulla a che vedere quindi con attività culturali, ma, a detta dei genitori, un modo per rimandare la soluzione del problema logistico.

Nei giorni scorsi alunni di due classi terze hanno esibito alla scuola una “non autorizzazione” dei loro genitori alle uscite e davanti a tale gesto di protesta la preside li avrebbe segnati come “assenti”. Nella giornata di lunedì 17 settembre i ragazzi si sono seduti sulle scale davanti all’ingresso della scuola in segno di protesta. Secondo le comunicazioni della preside Laura Colantonio, oggi sarebbero dovuti rimanere a casa per la rotazione. Al momento infatti risultano annullate le attività extra moenia in programma per le 5 classi senza “fissa dimora”. Secondo quanto riporta il sito del TgCom24, una trentina di docenti che hanno preferito mantenere l’anonimato hanno firmato un documento congiunto in cui denunciano un modus operandi della preside Colantonio non conforme a quanto, a loro avviso, è previsto dalla legge. I docenti spiegano di non essere stati coinvolti nella pianificazione delle “gite” per almeno 5 classi al giorno “senza che i consigli di classe si fossero riuniti. “È vero che attività didattiche extra moenia sono previste dal Piano Triennale dell’Offerta formativa (Ptof), ma è anche vero che esse devono essere programmate dal Consiglio di classe  – scrivono i docenti – e non organizzate in modo estemporaneo a inizio d’anno. Poi abbiamo capito che non era solo una scelta irrituale, bizzarra ma, tutto sommato, legittima. Si doveva uscire perché non c’erano aule per tutti: 48 aule non bastano per 53 classi“.

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