Continuano le indagini per ricostruire l’omicidio di Manuela Bailo e nel mentre l’avvocato difensore di Fabrizio Pasini, reo confesso del delitto, sta cercando di smontare l’ipotesi della premeditazione che invece sembra essere sempre più valida per la Procura.
Proseguono le indagini riguardanti la morte di Manuela Bailo, la 35enne di Nave, in provincia di Brescia, scomparsa nel nulla il 28 luglio scorso e il cui cadavere è stato rinvenuto dopo la confessione dell’amante Fabrizio Pasini, avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 agosto. Gli inquirenti stanno ricostruendo tassello dopo tassello gli ultimi istanti di vita dell’impiegata del Caf. Le prove fino a questo momento raccolte, secondo la Procura, potrebbero far supporre che il delitto sia stato premeditato, screditando così la dichiarazione del reo confesso che parlò di un incidente.
L’avvocato difensore di Fabrizio Pasini, Pietro Paolo Pettenadu, non crede all’ipotesi della premeditazione avanzata dalla Procura e, mentre le indagini proseguono, ha messo in luce il suo pensiero. A suo avviso l’ex sindacalista era in trance durante il compimento dell’omicidio e forse era anche sotto l’effetto di qualche medicinale assunto quando si era recato in pronto soccorso, accompagnato da Manuela Bailo. Per l’avvocato ciò lo si evincerebbe proprio dai filmati e dai comportamenti successivi tenuti da Pasini. Secondo il difensore anche l’andatura con cui l’uomo lascia la casa della madre, teatro dell’omicidio, per andare a casa dalla moglie e dai due figli è anomala.
Nel filmato l’avvocato sostiene che Fabrizio Pasini non sembra avere l’atteggiamento di una persona lucida e tranquilla. Per la Procura il quadro è differente. Per chi indaga l’ex sindacalista era lucido e tranquillo, soprattutto quando ha tentato di depistare le indagini inviando diversi messaggi dal cellulare di Manuela Bailo per far credere che si fosse allontanata, mentre la donna purtroppo era già deceduta. L’avvocato di Fabrizio Pasini ha comunicato di star valutando la possibilità di rivolgersi al Tribunale del Riesame e, come riportato dalle testate locali, ha aggiunto: “Pasini dopo l’arresto era molto scosso e ogni volta che ha dovuto raccontare gli ultimi istanti di vita di Manuela ha sempre pianto a dirotto. Quando ha portato gli inquirenti nella cascina di Azzanello non è riuscito a guardare il corpo senza vita di Manuela”.
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