“Brinderemo all’alluvione”. Così dicevano alcuni imprenditori in una telefonata intercettata, in relazione al disastro di Livorno nel settembre 2017. Accadeva quindi esattamente come a L’Aquila per il terremoto del 2009.
È quanto rivelato dal capo della squadra mobile della provincia toscana, Salvatore Blasco, che oggi 29 agosto ha illustrato le indagini della procura che hanno portato all’arresto di Riccardo Stefanini, ex coordinatore della Protezione civile del Comune. Le indagini della nuova inchiesta avrebbero preso le mosse proprio dalla tragica alluvione del 10 settembre 2017. Secondo l’accusa, Stefanini avrebbe pilotato le procedure di due gare d’appalto: per questo l’accusa di turbativa d’asta in concorso con Emanuele Fiaschi, titolare della ditta livornese Tecnospurghi per la gara Multiservizi, e in concorso con Nicoletta Frugoli rappresentante di Comunicaitalia Srl, una società di Roma, per la gara sull’Alert system.
Si tratta di appalti sotto soglia, cioè tutti sotto i 41 mila euro. Nel primo caso, un appalto da 35 mila euro, secondo la polizia Stefanini avrebbe favorito Fiaschi facendo di tutto per scoraggiare un altro imprenditore a partecipare alla gara per la fornitura alla protezione civile di mezzi spargisale. Nel secondo, un appalto da 23 mila euro, sempre Stefanini si sarebbe accordato con Frugoli, attraverso uno scambio di mail, sui criteri di scelta per far vincere il bando prima che venisse emesso. Bando che è stato redatto poi con criteri talmente stringenti che alla gara non si era presentato nessun altro.
Sia Stefanini sia Fiaschi, legati secondo gli investigatori da un consolidato rapporto fatto di regalie varie, pacchi dono e cene offerte dall’imprenditore, sono indagati anche per truffa aggravata ai danni dello Stato. In occasione dell’allerta meteo per neve e ghiaccio del 25 e 26 febbraio e 1 marzo 2018, “sono state accertate gravi irregolarità compiute da Stefanini – spiegano gli inquirenti – nel calcolare i costi degli interventi della ditta di Fiaschi”. In sostanza, sempre secondo l’accusa, il dirigente del Comune avrebbe artificiosamente aumentato orari e mezzi impiegati dalla ditta gonfiando per migliaia di euro le spese sostenute dall’Amministrazione comunale. Così i lavori di spargimento sale che erano stati effettuati spontaneamente da un mezzo di un privato per spirito di solidarietà sono stati attribuiti invece a Tecnospurghi che avrebbe intascato dal Comune 4.500 euro per un servizio mai svolto. Inoltre sempre nel corso delle indagini sono emerse anomalie nei prezzi fissati da Stefanini a favore del privato anche sui sacchi di sale da disgelo: il Comune di Livorno ha pagato ogni sacco da 20 kg 15 euro Iva esclusa, mentre nel 2013 il comune di Pisa aveva pagato lo stesso prodotto da 25 kg 3,35 euro Iva compresa.
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